Cenerentola

Credo che, almeno nelle linee generali, la storia sia nota a tutti. Questa riscrittura Disney, affidata alla regia di Kenneth Branagh, include alcune piccole variazione che, senza cambiare drasticamente l'impostazione classica, aggiungono alcuni dettagli interessanti alla vicenda. Ad esempio, per che mai la matrigna (Cate Blanchett) è così crudele? Qui lo si spiega e, anche se il suo comportamento resta riprovevole, si finisce almeno per capire cosa l'abbia spinta in quella direzione.

Meno utile m'è parsa la prima parte, una solida mezz'oretta spesa nel raccontare l'infanzia di Ella (Lily James) e la felice vita con i suoi genitori, prima che una serie di catastrofi la riducessero al ruolo di orfanella in balia di Lady Tremaine e delle sue due pestifere figlie.

Lo spettacolo decolla con l'entrata in scena della Fata Madrina (Helena Bonham Carter), dotata sì di poteri magici, ma anche di una distrazione tale da trasformare la zucca in carrozza all'interno di una serra, con le prevedibili complicazioni del caso.

Non sono rimasto particolarmente impressionato dalla recitazione del principe azzurro (Richard Madden), più sostanziosi il re padre (Derek Jacobi) e il gran duca (Stellan Skarsgård) che finisce per prendersi l'onere del ruolo del cattivo, facendo comunella con la matrigna.

Menzione di merito per gli ambienti da favola, curati da niente meno che Dante Ferretti.

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