Il generale Dietrich von Choltitz (Niels Arestrup) agisce con la sua solita fredda determinazione che lo ha seguito durante due guerre mondiali, anche se alcuni dettagli lasciano intuire come ci sia qualcosa che gli rode. Ci mettiamo poco a scoprire cosa sia. Ha ricevuto uno di quegli ordini che, pur essendo completamente folli, non si possono discutere. Siamo infatti nell'agosto 1944, gli alleati sono ad un passo da Parigi, e il von Choltitz ne è stato nominato governatore un paio di settimane prima da Adolf Hitler in persona, con il mandato esplicito di ridurre la Ville Lumière ad un ammasso di rovine.
Sappiamo tutti che alla fine l'ordine non è stato eseguito, e questo potrebbe sembrare un gigantesco spoiler. Ma non è così, perché il punto non è cosa farà il von Choltitz, ma come si svolgerà la sua decisione di disconoscere tutta una vita di disciplina militare. L'altro polo dell'azione è Raoul Nordling (André Dussollier), console svedese, che contrappone lo stile diplomatico a quello militaresco, e porta argomenti ai dubbi del generale tedesco.
Gli altri personaggi sono poco più che comparse, e questo si spiega con il fatto che all'origine della sceneggiatura c'è una pièce teatrale, firmata da Cyril Gely, che ha lavorato assieme al regista Volker Schlöndorff per adattarla allo schermo. C'è quindi chi potrebbe non apprezzare la centralità che hanno i dialoghi a scapito dell'azione. Mi spiace per lui. Ho un lontano ricordo di un altro film sulla vicenda, Parigi brucia? che risale a mezzo secolo fa, che ha molta più azione.
Un aspetto che mi ha intrigato del racconto è il ribaltamento di campo che possiamo osservare in quelle che sono le caratteristiche dei personaggi. Meglio non azzardare giudizi su nessuno, finché non vediamo come vanno a finire le cose.
Pur essendo basata su fatti storici, non ci si aspetti un taglio documentaristico, Gely e Schlöndorff ci mettono molto di loro, e fanno dire al generale e al diplomatico cose che probabilmente i due non hanno mai nemmeno pensato.
Credo valga la pena si sottolineare un paio di cose che sono successe dopo, nella realtà, dopo la liberazione di Parigi. Dietrich von Choltitz si fece un paio di anni di galera militare prima di essere rilasciato. Per aver salvato Parigi, venne consegnata una croce di guerra a Raoul Nordling.
Pare però che Nordling abbia girato la medaglia a von Choltitz, affermando che era stato il generale a comportarsi in modo eroico.
una storia interessante, ma io l'ho trovato un po' noioso
RispondiEliminaGrazie per aver confermato la mia ipotesi ;-) Niente di male, a me piacciono pure monologhi teatrali, quelli dove tutta l'azione consiste nell'attore che recita su un fondale bianco. Ho il buon senso di non aspettarmi che tutti condividano i miei gusti.
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