Poirot 3.10: Il ballo della vittoria

Già nel racconto di Agatha Christie l'intrigo risulta eccessivamente complesso e improbabile. Qui si cerca di rendere più credibile almeno la resa del colpevole, aumentando gli indizi a suo sfavore, che però sono comunque inconsistenti, e dovrebbero essere facilmente smontati da un buon avvocato in fase di dibattimento.

Un gruppetto di sei personaggi si reca ad un ballo in maschera, ognuno vestito come una statuina di una preziosa serie di ceramiche di proprietà del riccone della comitiva. Ben due di costoro moriranno. Hercule Poirot (David Suchet), che si trovava casualmente all'evento, ha modo di osservare una serie di dettagli che lo porteranno velocemente alla soluzione.

Dettaglio simpatico, si fa in modo di coinvolgere la BBC, nel senso di servizio radiofonico. Poirot, deriso dalla stampa perché il primo omicidio è avvenuto sotto il suo naso, decide di smascherare il colpevole in diretta radiofonica. Purtroppo per lui, l'attenzione dell'audience va tutta al suo pessimo inglese. Lui ovviamente nega, e accusa Japp (Philip Jackson) e la sua parlata molto popolana di aver causato il problema.

Le statuine dovrebbero rappresentare maschere della Commedia dell'Arte, e dovrebbero essere esemplari di alto pregio. Si sarebbe quindi portati ad assumere la loro origine italiana, sei o settecentesca. Eppure i personaggi rappresentati sono: Arlecchino e Colombina (bene), Punchinello e Punchinella, Pierrot e Pierrette. Gli sdoppiamenti di Pulcinella (Punchinello) e Pierrot non sono riconducibili alla nostra tradizione, ma a varianti molto più tarde e nordiche. Dunque, come minimo, il collezionista è stato truffato.

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