Captain Phillips - Attacco in mare aperto

La pirateria somala è attiva da un quarto di secolo, ma credo che questo sia il primo film che ne parla. Il motivo è il solito. Come per ebola, che è nota dagli anni settanta, e se ne parla solo adesso che qualche occidentale è stato contagiato, quella del capitano Phillips è la prima nave americana che è stata abbordata da quei pirati.

La sceneggiatura (Billy Ray) è basata sul racconto autobiografico del capitano, e ne mantiene l'impronta autoassolutoria, aggiungendo un certo grado di comprensione anche per i pirati. Paul Greengrass è noto per la facilità con cui usa la camera a mano, con lo scopo di dare realismo e aggiungere tensione al girato. Temevo che in questo caso il risultato sarebbe stato deleterio, per fortuna anche lui si deve essere reso conto che l'effetto in mare aperto sarebbe stato nauseante.

Dunque il capitan Phillips (Tom Hanks) saluta la moglie (Catherine Keener, la salutiamo anche noi, che non la vedremo più per tutte le due ore seguenti) e vola a prendere possesso della Maersk Alabama, nave con cui dovrà costeggiare il Corno d'Africa. Non farà abbastanza caso alle segnalazioni di azioni di pirateria, e quindi finirà nei guai.

Seguiamo anche il punto di vista dei pirati, che vengono descritti come pescatori costretti dai signori della guerra a pirateggiare, accennando anche al problema della concorrenza sleale che i somali subiscono da flotte pescherecce meglio attrezzate (e che pare usino pure metodi illegali, quali la pesca a strascico). Un barchino, capitanato da Muse (Barkhad Abdi), riesce ad abbordare la nave, che però si rivela una preda troppo grossa per loro.

Il paternalismo della narrazione non è che mi abbia convinto, ma il piglio narrativo di Greengrass è tale che me ne sono accorto solo dopo la fine del film.

2 commenti:

  1. Sicuramente non è un filmone a tratti esagerato, ma la presenza di Hanks salva sempre il peggio!
    Bacio amico caro!

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    1. Non è un filmone, concordo. Quello che l'ha fatto scorrere bene, a me che non sono un fan di Hanks, è la mano di Greengrass, che pur essendo abbastanza tremula quando regge la camera, è metaforicamente molto ferma nel dirigere film d'azione.

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