Ave, Cesare!

Non mi aspettavo la sala piena, ma neanche la vuotezza che ho sperimentato, e sì che era la prima serata del sabato. Non mi aspettavo una tale freddezza del pubblico e tantomeno che una tipa, sui titoli di coda, dicesse ad alta voce che voleva indietro i suoi soldi. Anche un paio di membri del mio gruppetto di visione sono rimasti scontenti del film, adducendo una eccessiva complicazione della trama come motivo fondamentale per il loro giudizio negativo.

A me, al contrario, è piaciuto molto. Commedia in puro stile fratelli Coen (*), curatissima in tutti gli aspetti, compresa la colonna sonora del solito Carter Burwell, che include anche un paio di brani interpretati dal coro dell'armata rossa e uno da Channing Tatum, che ha sullo sfondo il loro solito cruccio: come è possibile che l'umanità sia così mal messa? Questa volta il finale è positivo, un invito a non sottilizzare troppo sulle parti negative e godersi di più quel che c'è di buono.

Si narra una giornata di lavoro di Eddie Mannix (Josh Brolin), che viene pagato perché gli innumerevoli problemi che afffliggono gli studi della Capitol Pictures non rallentino la produzione di film destinati ad inondare le sale americane e di tutto il mondo. Siamo nei primi anni cinquanta, la guerra è cosa del passato, e il pubblico scalpita per sempre nuove storie. Il buon Mannix non ha orari, anche nel cuore della notte c'è bisogno del suo intervento, magari per evitare che una stellina si faccia coinvolgere in un giro di foto scandalistiche (**), un po' come Philip Marlowe ne Il grande sonno di Howard Hawks (1946).

Una delle grosse produzioni in corso è proprio Ave, Cesare! (un racconto della vita di Cristo), polpettone del genere peplum che ricorda Quo vadis (1951), Ben Hur (1959), La tunica (1953), eccetera (***). Il protagonista Baird Whitlock (George Clooney) è un imbecille che ha anche dei lampi di notevole espressività attoriale, non sembra che ci siano guai in vista da parte sua, anche se ha una tendenza all'ubriachezza molesta e al tradimento della moglie, succede però che una cellula comunista hollywoodiana (°) lo rapisca per motivi ideologici e per denaro. Inoltre, due giornaliste scandaliste, le gemelle Thora e Thessaly Thacker (Tilda Swinton) indagano su di lui, con una delle due che pensa di riesumare un vecchio pettegolezzo secondo cui il Whitlock si sarebbe concesso a Laurence Laurentz (Ralph Fiennes) per avere la parte del film che lo ha lanciato.

Da qui in poi le cose diventano ancor più complicate, con Mannix che deve tenere sotto controllo svariati film, il che ci dà modo di vedere numeri da un film dove il nuoto sincronizzato la fa da padrone, una cosettina alla Esther Williams con Scarlett Johansson nel ruolo della protagonista; un film di marinai ballerini che invece di Gene Kelly ha al centro Channing Tatum; un film di cowboy da cui il poco loquace Alden Ehrenreich viene dirottato verso una commedia sofistica causando il panico nel regista (°°) che si vede costretto a gestire un bifolco nel ruolo di un damerino di città.

Inoltre, Mannix è richiesto dalla Lockheed per fare lo stesso lavoro ma in un contesto molto più tranquillo. Che fare? Deve abbandonare quella gabbia di matti per un lavoro "serio"? Ma è davvero più importante costruire aeroplani che raccontare storie? Per tutto il film sembra che la produzione di film sia un lavoro insensato, con sceneggiature scritte a caso, modificate per non dispiacere a nessuno (°°°) o per rimediare ad accidenti che succedono sul set, dirette alla meno peggio con attori che non hanno idea di quello che stanno facendo. Eppure, ogni tanto, misteriosamente, ci sono dei momenti che riescono da soli a giustificare tutto quanto.

(*) Regia di Ethan e Joel, sceneggiatura di Joel ed Ethan.
(**) Per quei tempi, si intende. A noi sembrano solo buffe.
(***) Alcuni dettagli fanno pensare anche al Brian di Nazareth dei Monty Python (1979).
(°) Vedasi il recente Dalton Trumbo per dettagli.
(°°) Che poi è il Laurence Laurentz che avrebbe approfittato in passato di Baird Whitlock.
(°°°) Vedasi la scena in cui Mannix incontra rappresentanti delle principali confessioni attive in America al tempo per chiedere un commento su Ave, Cesare! Mi ha ricordato una scena simile che c'è in Vita di Pi, ma solo nel libro, non nel film.

4 commenti:

  1. da noi invece (Cinema Capitol, venerdì sera) è partito un applausino, a cui mi sono aggregato
    è una surreale baldoria dissacrante, in cui attori, registi e giornaliste gossipare intrecciano le loro nevrosi
    in Italia abbiamo avuto una cosa simile: BORIS (2011), ma i fratelli Coen nun se battono

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    1. Anche se ho riso apertamente più volte, la freddezza della sala è riuscita a rovinarmi parzialmente la serata. Dannazione.

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  2. Attualmente lo considero uno dei migliori film dell'anno... Oltre ad essere uno dei migliori film dei Coen.
    Ho apprezzato molto i simbolismo utilizzati. Magnifico!

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    1. Sottoscrivo. Aspetto il DVD per aggiungerlo alla mia collezione.

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