A volte viene da chiedersi cosa diamine sia passato per la mente dei distributori italiani quando hanno deciso di cambiare il titolo ad un film straniero. Questa volta, invece, direi che è tutto molto chiaro. Abbiamo infatti uno strano animale, nelle sembianze di un film intimista sugli zombie, che però ha come protagonista (*) Arnold Schwarzenegger. Il titolo originale metteva sull'avviso lo spettatore, puntando su un semplice Maggie, che poi è il nome della protagonista, interpretata da Abigail Breslin (**). I nostri devono aver pensato di fare uno scherzo al pubblico pagante, suggerendo un clone di Contagion, o magari qualcosa come World war Z.
Niente di tutto ciò, ribadisco. Il film è costato una manciatina di milioni, una miseria per il mercato americano, e ha tutto l'aspetto di un prodotto indipendente. La storia ha un taglio sul depresso andante, sin dall'inizio si mette ben in chiaro che non c'è alcuna via d'uscita positiva all'orizzonte, il punto è tutto su quale sarà il prescelto tra i possibili tristi finali.
Ne avessi la possibilità, farei al buon Schwarzy i miei complimenti per il coraggio in cui si è buttato in un progetto lontanissimo da quello che è l'immaginario legato al suo personaggio, anche se come attore anche qui mostra i suoi soliti limiti, e riesce meglio nelle scene in cui deve restare quanto più possibile inespressivo. Come produttore, forse avrebbe dovuto avere un po' più di coraggio, e magari puntare su di un regista più esperto di Henry Hobson, che è alla sua prima vera regia, e si vede.
C'è dunque la solita epidemia che trasforma uomini in zombie antropofagi, con la variazione che lo sviluppo della malattia è molto lento e dunque le autorità non hanno grossi problemi a identificare gli infetti e toglierli di circolazione. Il problema è che non è chiaro come arginare il contagio, e i danni sono molto gravi. Seguiamo la tragedia dal punto di vista di una comunità agricola del midwest, credo nel Missouri, e in particolare di Wade (Schwarzenegger), contadinotto tagliato col falcetto che deve avere avuto un passato molto in bianco e nero.
Wade ha una figlia, Maggie (la Breslin), avuta da un primo matrimonio, e altri due bimbi dalla seconda moglie. Capita che Maggie venga infettata, e al momento non c'è cura.
Wade è bravo a spaccare legna e tirar di fucile, ma di fronte ad un virus non sa proprio che fare. Temporeggia. Spera in un miracolo, probabilmente. E in un certo senso, un piccolo miracolo alla fine arriverà.
(*) Arnie ha creduto a tal punto in questo film da partecipare anche come produttore.
(**) Che nel mio cuore sarà sempre la piccola Miss Sunshine.
Come al solito il titolo è messo a casaccio per far andare la gente al cinema...
RispondiEliminaPer il resto, mi ha sorpreso. Me lo pensavo decisamente più "ignorante" alla Swarzy..
Infatti. Sorprendente che Arnie abbia avuto un soprassalto intellettuale e abbia deciso di spendersi in prima persona in un film come questo. Bravo per averci provato.
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