Kingsman - Secret Service

Un tantinello eccessivo, però mi ha divertito. D'altronde al centro dell'operazione c'è Matthew Vaughn, e uno non è che ci si possa aspettare moderazione da lui. Vedasi Kick-ass, ad esempio. Non che io stia a fare tanto il sofista sul conteggio degli ammazzamenti, però c'è modo e modo. E, a mio gusto, vedere tutte quelle teste esplodere non mi è parso aggiungesse un gran valore all'azione.

In teoria la sceneggiatura è basata sul quasi omonimo fumetto di successo, The secret service, di Mark Millar e Dave Gibbons. Però è stato rivisto e modificato da Vaughn (*) a tal punto che abbiamo in pratica due storie parallele simili, piuttosto che una versione cinematografica dell'originale.

Siamo dalle parti di James Bond e film simili di cui mantiene la struttura classica. L'impostazione è pericolosamente in bilico tra l'esagerazione come mezzo per generare spettacolarità propria dei primi Bond e lo spoof alla Austin Power o Johnny English. Probabilmente l'idea era quella di ritagliarsi una immagine sua propria, che non andasse a sovrapporsi a quella di prodotti simili. In quest'ottica va vista anche la scelta di mettere al centro dell'azione un ragazzetto interpretato da un attore praticamente sconosciuto, Taron Egerton, che deve reggere il confronto con una serie di attoroni da far tremare le vene ai polsi. Fortuna per Egerton l'enfasi è più sull'azione e gli effetti speciali, che riescono a far sì che la differenza di stile non sia poi così importante.

Abbiamo dunque una improbabile quanto snella struttura spionistica parallela britannica, che opera senza alcun legame con la corona, alla quale però è fedele. "Artù" (Michael Caine) è il capo supremo, "Galahad" (Colin Firth) è uno tra gli operativi più letali, "Merlino" (Mark Strong) preferisce il lavoro di base. Occhio e croce l'idea è che questa associazione di burloni mimi la tavola rotonda di Re Artù. Pochi sono dunque i "cavalieri", che vengono rimpiazzati mantenendo il nome in codice quando un vecchio elemento esce di scena, per un motivo o per l'altro. Diciassette anni prima, un possibile nuovo Kingsman ci ha lasciato le penne in una rischiosa missione, non prima però di aver salvato la vita al resto della sua squadra. Galahad si sente in colpa, e dunque regala al figlioletto del deceduto, Eggsy (Egerton), un modo per contattare l'organizzazione. Tra l'altro la scena mi ha ricordato quella dell'orologio in Pulp Fiction. Ma per fortuna la storia della medaglia che fa da chiave non è così tormentata.

A tempo debito Eggsy chiede aiuto, Galahad arriva e, visto che un Kingsman è appena defunto, lo propone come sostituto. Mentre Eggsy segue il percorso di selezione, Galahad affronta una terribile minaccia per il mondo, nei panni di uno scienziato pazzo miliardario che parla con la zeppola, Valentine (Samuel L. Jackson), e che ha una letale spalla, Gazelle (Sofia Boutella).

Segue serie di mirabolanti fatti che vertono sul tentativo di Valentine di mettere in atto un folle piano su scala planetaria con Kingsman unica organizzazione che potrebbe riuscire ad impedire la catastrofe. Visto che il sequel è quasi una certezza, possiamo stare tranquilli che tutto andrà a finire bene. Anche se non sarà facile.

(*) Con il supporto alla sceneggiatura della solita Jane Goldman.
(**) Ad esempio ad un certo punto mi è venuta in mente la serie dei film su Harry Palmer, interpretati a suo tempo da Michael Caine.

2 commenti:

  1. Chiassoso e molto spassoso. Mi ha davvero divertito!

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    1. A un certo punto mi ha fatto venire in mente Doom, nel senso di videogioco. Ecco, anche quando è uscito Doom mi sentivo già fuori target per tutta quella violenza. E stiamo parlano di venti anni fa.

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