Chéri

Si riforma il tandem creativo Christopher Hampton, scrittura, e Stephen Frears, regia, che venti anni prima ha prodotto quel gioiellino di Le relazioni pericolose. Tra gli attori, la sola Michelle Pfeiffer è in entrambi i film. Questa volta la storia è ambientata nei primi anni del novecento, basata sul romanzo omonimo di Colette. Il risultato è inferiore, ma comunque piacevole, grazie anche alla bella ricostruzione d'epoca e alla colonna sonora del solito Alexandre Desplat.

Lea (Michelle Pfeiffer) è una cortigiana di gran successo, nonostante l'età sia vicina al pensionamento per quella professione. La morale d'epoca considerava sconveniente frequentare cortigiane in società, se queste non erano accompagnate da un facoltoso cliente. Per questo motivo si era creata una specie di buona società parallela, piuttosto ristretta, ma alla moda come quella canonica. Lea, dunque, frequenta da sempre la casa di Madame Peloux (Kathy Bates), altra cortigiana che ai suoi tempi aveva mietuto successi, e che ora si gode i frutti della sua passata attività. La Peloux è preoccupata per il figlio, detto Chéri (Rupert Friend), un ragazzotto che sta rapidamente tendendo al deboscio più assoluto, e lo affida alle cure della sua amica Lea. Ella inizialmente pensa di giocare un po' con l'inesperto giovinetto, ma alla fine se ne affeziona, e i due passano sei anni assieme.

Ormai egli è in età da marito, e la mamma gli procura una pollastrella, Edmée (Felicity Jones in uno dei suoi primi ruoli cinematografici significativi), figlia di un'altra cortigiana, più giovane di Chéri, e dotata di succulenta dote. Lea accetta la cosa senza batter ciglio, ma scopre in breve di aver fatto un errore, di essere realmente innamorata di Chéri e non sopportare la separazione. Lo stesso Chéri scopre che Edmée non lo soddisfa, non avendo con lei la stessa intesa che aveva con Lea.

Riuscirà la coppia a riformarsi? Lo scopriremo all'ultima scena.

4 commenti:

  1. gran bel film: recitazione, costumi, colonna sonora....

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    1. Splendente la Pfeiffer, brava la Bates, non mi ha convinto appieno Friend, anche se ammetto che il ruolo di ragazzetto vacuo che non capisce il tesoro che gli era capitato in sorte non è fatto per attirare le simpatie del pubblico.
      A mio parere la sceneggiatura ha qualche problema dovuto alla riduzione del ben più corposo materiale originale. Ad esempio, la Jones mi è parsa troppo sacrificata, mi sarebbe piaciuto che il suo personaggio fosse sviluppato meglio.
      Ma tutto sommato sono d'accordo con te.

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  2. Luminosa la Pfeiffer, ma quel Cheri...l'avrei preso a sberle dalla prima apparizione fino all'ultima!

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    1. E allora Friend ha fatto centro con la sua interpretazione, visto che proprio questo era richiesto alla sua parte. Avrebbe potuto rendersi più simpatico nel finale, se quello che ci viene detto dalla voce narrante fosse stato invece reso con la recitazione. Ma l'equilibrio del film ne avrebbe probabilmente risentito.

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