Jupiter - Il destino dell'universo

Fantascienza imperiale, una specie di incrocio tra Dune di Frank Herbert e Star wars di George Lucas, speziato con riferimenti a Il quinto elemento di Luc Besson, Brazil di Terry Gilliam (*), e chissà quanta altra roba. Si vede che l'operazione è farina del sacco dei fratelli Wachowski, perché si annusa Matrix sia per l'uso della macchina da presa sia nella trama paranoica della storia.

Jupiter Jones (Mila Kunis) è una clandestina russa che vive miserrimamente a Chicago con la sua famiglia allargata. Il nome che si porta dietro è tutto quello che le resta del padre, morto prima della sua nascita. La sua vita viene sconvolta dall'arrivo di numerosi alieni che piombano sulla Terra, alcuni per ucciderla, altri per difenderla (**). Tra i difensori c'è tal Caine Wise (Channing Tatum), un esperimento militare stile Wolverine, che chiederà aiuto al suo vecchio capo, Stinger Apini (Sean Bean), ritiratosi sulla Terra a far l'apicultore (***).

Il fatto è che la ricombinazione genetica di Jupiter è così vicina a quella di una defunta capitana di impresa da fare pensare che lei sia la reincarnazione di costei. E questo implica che lei diventi erede della sua immensa ricchezza. Un po' come in Dune, dove ci sono tre casate che si scontrano, qui abbiamo i tre fratelli Abrasax che cercano di entrare in rapporto con la Jones, un po' per farsela amica, un po' per ammazzarla, forse un po' tutte e due le cose assieme. Il più potente dei tre fratelli è Balem (Eddie Redmayne), che sembra essere completamente matto.

Il film è stata una catastrofe al botteghino, e questa è stata una fortuna per Redmayne, visto che in questo modo la sua performance è passata praticamente inosservata. Altrimenti temo che avrebbe potuto essere uno sgambetto nel suo percorso verso l'Oscar, che invece ha vinto per La teoria del tutto.

(*) Per il quale viene ritagliato un apposito spazio, una piccola deviazione comica in cui si fa vedere come la burocrazia finisca per inquinare anche un impero galattico.
(**) Verrebbe da pensare al Terminator di James Cameron, se non fosse che là si seguiva un protocollo molto più ragionevole, per quanto brutale, per eliminare Sarah Connor. Qui i killer perdono un sacco di tempo per fare test genetici prima di agire.
(***) Ma è tutt'altro che uno Sherlock Holmes.

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