Si tratta di una sorta di folle riscrittura di Guerra e pace di Lev Tolstoj, incrociato con riferimenti ad altri romanzi russi ottocenteschi (un dialogo è addirittura costruito quasi solo con titoli di romanzi di Fëdor Dostoevskij) e alla cinematografia di Ingmar Bergman, con un deciso cambio di tono dal dramma alla commedia che spesso sconfina nella comica, con aperte citazioni anche allo slapstick del cinema muto.
Boris (Woody Allen), giovane russo inetto, è segretamente innamorato della cugina Sonja (Diane Keaton), la quale ama il di lui fratello, uno zotico che a sua volta è innamorato di un'altra. Napoleone invade una prima volta la Russia e, nonostante le sue resistenze, Boris è costretto ad andare al fronte. Pessimo soldato, con forte tendenza ad imboscarsi, si trasforma fortunosamente in eroe. Tornato a San Pietroburgo, ha una breve ma molto intensa relazione con la contessa Alexandrovna, il che lo porta a duellare con il di lei amante ufficiale, tiratore infallibile. Nel frattempo Sonja, che aveva sposato un mercante di aringhe come rivalsa dell'abbandono da parte del fratello di Boris, è diventata vedova. Dunque Boris le dichiara il suo amore. Lei, pensando che lui sia spacciato, gli assicura che lo sposerà, qualora dovesse sopravvivere al duello. Sorprendentemente si salva.
Il matrimonio tra Sonja e Boris, dopo una partenza molto fredda, sembra destinato al meglio, ma Napoleone invade nuovamente la Russia, e Sonja decide che loro devono uccidere il tiranno e salvare la patria. Un colpo di fortuna permette loro di avvicinarsi al loro obiettivo ma una serie di circostanze fa sì che Boris venga arrestato e condannato a morte per un delitto che lui non ha commesso. Nonostante che un angelo gli appaia poco prima dell'esecuzione dicendogli che l'esecuzione verrà annullata, tutto ciò non accade. Però La Morte (in sembianze molto bergmaniane) gli permette di apparire ancora una volta a Sonja, prima che i due si allontanino assieme danzando allegramente.
La Keaton e Allen assieme fanno faville. Memorabile la colonna sonora, basata quasi completamente su musiche di Sergei Prokofiev.
Amare è soffrire. Se non si vuol soffrire, non si deve amare. Però allora si soffre di non amare. Pertanto amare è soffrire, non amare è soffrire, e soffrire è soffrire. Essere felice è amare: allora essere felice è soffrire. Ma soffrire ci rende infelici. Pertanto per essere infelici si deve amare. O amare e soffrire. O soffrire per troppa felicità. Io spero che tu prenda appunti. (Sonja)
RispondiEliminaCitazione imperdibile :D
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