Fury

Tutto sommato la regia di David Ayer mi ha convinto. Meno la sceneggiatura, sempre di Ayer, che mi è sembrata indecisa su che taglio dare al film. Il risultato è un solido film di fantasia sulla seconda guerra mondiale, anche se non saprei dire bene se pro o anti militarista, che però ho l'impressione che si lascerà dimenticare con molta facilità.

L'indecisione di Ayer riguarda anche il punto di vista prevalente rispetto al quale è narrata la storia. Si oscilla tra quello di Don Collier (Brad Pitt) detto Wardaddy, che comanda l'equipaggio di un carro armato Sherman a cui è stato dato il nomignolo Fury, e quello di Norman Ellison (Logan Lerman) un ragazzetto mandato al fronte sul finire della guerra (*). Norman è un valente dattilografo, e dunque viene assegnato alla mitragliatrice di Fury.

Il racconto segue gli stereotipi del genere. Wardaddy, come da soprannome, fa da papà al suo equipaggio, che comprende anche Shia LaBeouf e Michael Peña. La recluta è inizialmente disgustato da quello che succede ed è mal visto dal gruppo, ma col passar del tempo impara a bere, ammazzare tedeschi, fare sesso con le tedesche, e alla fine si guadagna pure il soprannome di guerra. La differenza sostanziale con film simili di mezzo secolo fa è che qui sono tutti brutti, sporchi e cattivi. Per quanto si riesca a far diventar così Brad Pitt.

Difficile reggere il ritmo per le due ore abbondanti della pellicola, e infatti c'è un intermezzo poco riuscito, quello dove Wardaddy procura a Norman compagnia femminile, e un imbarazzante finale alla Rambo, dove il singolo carro armato immobilizzato tiene testa ad un plotone di SS armato di tutto punto. Scena che mi ha fatto pensare a Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah. Solo che qua i nostri decidono di combattere senza un vero motivo (**) e gli avversari sono inspiegabilmente incapaci di sparare e senza una strategia degna di questo nome. Almeno i messicani del mucchio avevano la scusante di essere attaccati a sorpresa dopo una notte di bagordi.

Il finale ha anche una serie di problemi nella scansione dei tempi, che si dilatano o riducono a seconda delle necessità dei protagonisti. Insomma, se lo si fosse tagliato del tutto sarebbe stato molto meglio.

La spiacevolezza di quello che si vede è credibile, meno i dettagli tecnici. La luminosità dei traccianti mi è sembrata più ispirata dalla fantascienza che da un intento realistico e fa specie vedere carri armati del secolo scorso sparare in movimento con gran rapidità e precisione di tiro.

(*) L'azione si svolge tutta in Germania, primavera 1945.
(**) Sembra che Wardaddy si sia affezionato a Fury e non lo voglia abbandonare.

3 commenti:

  1. Questo mi ispira molto e mi sa che questa settimana farò un salto al cinema!
    Già, brad pitt brutto è un'impresa difficile! ;-)

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    1. A Pitt succede una cosa molto strana nel film. Ad un certo punto, quando è dalle civili tedesche, si lava e si fa la barba. Passano un paio d'ore e torna ad essere sporco e barbuto come prima!

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    2. ahahah! la magia del cinema ;)

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