Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto

Sherlock Holmes (Ian McKellen) ha superato i novant'anni ma, nonostante gli acciacchi, non è cambiato poi di tanto. A scanso di equivoci, lo vediamo subito in treno maltrattare verbalmente una giovane madre col suo pargolo, in quanto rei di aver confuso vespe e api, e il ragazzino anche per aver pensato di infastidire un insetto posato sul finestrino.

La sdegnosa sociopatia del consulting detective per eccellenza è ancora tutta lì. I problemi sono sul lato fisico e mentale. In particolare la memoria è quella che è. Lo vediamo ricorrere a trucchetti per non mostrare come si dimentichi anche il nome delle persone con cui sta parlando. Il suo medico curante (*) gli dà una agendina e lo invita a segnare con un puntino ogni volta che non si ricorda qualcosa. E abbiamo una rappresentazione visuale della catastrofe che stringe il cuore.

Ma c'è qualcosa che lo tormenta e lo ha spinto a lasciare la sua residenza nel East Sussex per andare fino in Giappone, alla ricerca di una pianticella, il pepe del Sichuan, che potrebbe aiutarlo a recuperare la sua memoria. Il fatto è che non sa più cosa è successo trent'anni prima, quando affrontò il suo ultimo caso, che si deve essere concluso così malamente da spingerlo a ritirarsi in campagna. Come ci si può aspettare, il resoconto che ne ha fatto il dottor Watson di quell'avventura è ben poco fedele a quella che deve essere stata la realtà dei fatti. Holmes ne vede pure la versione cinematografica (**) e non può che restarne estremamente deluso per l'incongruità e l'abuso di punti esclamativi nelle battute degli attori.

Il pepe del Sichuan, oltre ad essere disgustoso, non serve a niente. Lunghe ore passate davanti ad un foglio bianco anche meno. Holmes scopre con sorpresa che alcuni brandelli di memoria gli tornano parlando con Roger (Milo Parker), il figlio della sua governante (Laura Linney). Roger lo idolatra, sia perché ha una mente sveglia ed è affascinato da quest'uomo che con un occhiata riesce a estrarre informazioni che sembrano prima così misteriose ma poi, una volta spiegato il processo, diventano così naturali, sia perché ha perso il padre che era ancora un frugoletto, e gli manca una figura maschile di riferimento. Quasi senza accorgersene, Holmes ricambia l'attenzione, e così matura una relazione proficua per entrambi.

Lentamente i contorni del caso emergono. Un marito che non capisce la moglie, lei (Hattie Morahan) che cerca aiuto da una strana insegnante di musica (Frances de la Tour), e poi si trova a dover competere con niente meno che il grande Sherlock Holmes. Lui affronta il caso usando le armi che conosce così bene, quelle della logica, e ritiene di averlo risolto. Per scoprire troppo tardi di aver sbagliato tutto, e non perché ci fossero difetti nei suoi ragionamenti, ma per non aver applicato lo strumento giusto nella giusta circostanza. Per trovare la giusta chiave di lettura della vicenda avrebbe dovuto fidarsi di cosa gli diceva il suo cuore. Non ne era stato capace, aveva nascosto la sua sensibilità dietro la corazza del ragionamento, e questa scoperta lo aveva annientato.

Mentre ricorda questo dramma nel passato, un altro si svolge nel presente, centrato in Roger. Anche qui Holmes si trova a dover gestire una sfida ai limiti delle sue possibilità, dovendo usare capacità che non gli sono per niente familiari, quando quelle per le quali è rinomato sono annebbiate dal degrado fisico.

C'è anche un terzo mistero che Holmes deve risolvere, la scomparsa del padre di Tamiki Umezaki (Hiroyuki Sanada), il suo corrispondente giapponese che lo aveva contattato con la scusa del pepe del Sichuan. Dal punto di vista della logica, la soluzione è di una banalità sconcertante, ma finalmente Holmes ha capito quando sia il momento di usarla, e quando no.

(*) No, non si tratta di John Watson, deceduto decenni prima.
(**) Abbiamo così modo di vedere un'altro Sherlock Holmes. In questo fittizio film in bianco e nero, ad interpretare il nostro è Nicholas Rowe, che qui riprende il ruolo che ebbe già in Piramide di paura (1985), il prequel ambientato nell'infanzia sherlockiana diretto da Barry Levinson.

2 commenti:

  1. Sai Blabla che lo hai descritto talmente bene che mi viene voglia di andarlo a vedere malgrado i problemi di biglietti di Bruce perduti e ricerche che necessitano di un investigatore privato con gli attributi...
    Bacione serale amico caro ...

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    1. E, secondo me, non te ne pentiresti!

      (Anche sono sicuro che il concerto di Springsteen sia la tua priorità corrente)

      Baci, Nella :)

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