Assassinio sull'Orient Express

Il bello di vedere un film giallo che si sa già come va a finire è che si può lasciare che chi di dovere si occupi delle investigazioni, mentre noi ci occupiamo degli aspetti solitamente considerati secondari. Lo stesso dicesi per chi sta dall'altra parte dello schermo. Se la tensione sul fatto di sangue non è poi così importante, si può dare più enfasi ad altri elementi della storia.

Il grosso problema di questa storia di Agatha Christie sta nel cospicuo numero di sospettati. Praticamente un intero vagone di prima classe dell'Orient Express partito da Istanbul è sospettato dello strano omicidio del sordido affarista americano Ratchett (Johnny Depp). Una dozzina di personaggi che potrebbero rendere la narrazione frammentaria e poco godibile. Fortuna che la regia (Kenneth Branagh) e l'alto tasso medio di professionalità del cast evitano il rischio. Così quasi tutti riescono a tratteggiare il proprio personaggio efficacemente nonostante i pochi minuti a disposizione. Invero nemmeno Hercule Poirot (ancora Kenneth Branagh) ha moltissimo tempo per dirci molto di lui, ma scopriamo come il nostro uomo viva il suo dono investigativo come una dannazione. Il fatto è che non riesce ad accettare l'imperfezione del nostro mondo, la sua mancanza di bilanciamento, e questo, che gli rende spesso impossibile anche fare una semplice colazione, gli ritorna utile nello scoprire i buchi logici nei piani dei delinquenti con cui ha a che fare.

Questo caso, però, non è come gli altri. Al povero Poirot deve essere sembrato un inferno. Nessuno si comporta correttamente, tutti mentono, tutti hanno lati oscuri, eppure nessuno sembra essere un assassino. Riuscirà, nonostante tutto, a trovare il bandolo della matassa?

4 commenti:

  1. L'ho visto ieri sera. L'ho trovato piacevole, ma ammetto che non ho mai letto il giallo.

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    1. Ah beh, non credo che la lettura dell'originale sia necessaria. Non è nemmeno necessario conoscere più di tanto il personaggio di Poirot, che viene introdotto rapidamente nel prologo di cui dice sotto Sgrunt.

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  2. Più che piacevole.
    Direi che è davvero bello.
    Con qualche difetto (chi non ne ha?). Ad esempio il prologo a Gerusalemme è davvero una sciocchezza; difatti lo stesso Poirot mormora "mi sembra di essere in una barzelletta con un rabbino, un prete e un imam"

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    1. Io mi sono divertito molto. Credo che lo scopo del prologo fosse chiarire ai pochi che non ne avessero idea chi sia Poirot. Durante la visione mi ha leggermente infastidito il treno in viaggio, a tratti troppo modellino Marklin per quelli che sono gli standard di animazione corrente. Agli altri difetti ho fatto poco caso al momento, tutto intento com'ero a seguire l'azione, e me ne sono accorto solo dopo.

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