La jetée

Chris Marker (sceneggiatura e regia) lo definisce nei titoli di testa un fotoromanzo e non un film. E in effetti in tutta la mezz'oretta di questo cortometraggio ci sono solo pochi secondi di immagini in movimento, giusto nel mezzo, a riprendere il risveglio di lei. Un colpo di scena poetico che vale più di mille effetti speciali. Per il resto ci sono "solo" fotografie che spesso simulano il movimento grazie al bel montaggio.

A quanto ho letto da qualche parte, questa realizzazione così inusuale sarebbe necessità fatta virtù. Marker aveva abbastanza soldi per noleggiare una macchina da presa per mezza giornata e non di più, e dunque ha trovato un modo alternativo per raccontare la sua storia che riuscisse a non sforare questo draconiano limite.

Abbiamo quindi l'impressione di sfogliare un album fotografico, seguendo il narratore che in voice over ci racconta cosa è successo. Oppure quella di rievocare ricordi che ci balenano come immagini più o meno scorrelate nella memoria, mentre una voce dentro di noi cerca di seguire il filo dell'intricata matassa.

Chi non si farà sfuggire una esplicita citazione a Vertigo, La donna che visse due volte, di Alfred Hitchcock, avrà il piacere di scoprire la fonte dell'ispirazione di Marker.

La terza guerra mondiale ha distrutto il mondo, i pochi superstiti sopravvivono malamente sottoterra, al riparo dalle radiazioni. Il protagonista (Davos Hanich) è stato fatto prigioniero, e i suoi carcerieri stanno sperimentando il viaggio nel tempo come tentativo di ottenere le risorse necessarie a superare la fase di stallo. Incredibilmente ottengono risultati positivi, se non fosse che gli umani mal tollerano mentalmente l'idea stessa, e gli sperimentatori danno tipicamente fuori di matto. Il nostro uomo, invece, ha una singolare fissazione per un fatto avvenuto nel lontano passato, quando lui era un bambino, che gli permette di saltare tra i due periodi senza eccessivi problemi. Il punto chiave della sua memoria è Lei (Hélène Chatelain), una bella donna che è presente nel suo ricordo e che non riesce a dimenticare. Giunto nel suo passato, la cerca, la trova, tra i due cresce lentamente una bella intesa.

Quando i carcerieri si rendono conto che Lui è pronto, lo spediscono nel futuro, dove riesce a trovare la fonte di energia richiesta. Esaurito il suo compito Lui si rende conto che potrebbe essere eliminato da un momento all'altro. Per sua fortuna gli umani del futuro che ha incontrato, gli propongono di tornare tra loro, scappando così dal suo destino. Ma Lui non può lasciare Lei, e chiede invece di essere rimandato nel suo passato. Nonostante che, affrontando la cosa con logica, non possa che essere ovvio che in qualche modo il paradosso di un Lui duplicato si debba pur chiudere.

3 commenti:

  1. Mi ha incuriosito a recuperare questo corto...

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  2. Mai sentito parlare di questo corto e mi hai incuriosito non poco ..
    Ora impazzirò per trovarlo , ma lo devo vedere..
    Bacione della sera amico caro!

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  3. Anche per me è stata una sorpresa. L'esercito delle dodici scimmie non è altro che un adattamento di questo corto, ripensato trent'anni dopo con un budget un migliaio di volte più pesante.

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