Non è solo il titolo ad essere pulp, anche la principale sorpresa di questo episodio della serie Universal delle avventure di Sherlock Holmes sembra estratta di peso dai film horror di quel periodo. E pensare che secondo i titoli di testa la sceneggiatura sarebbe basata su L'avventura dei sei napoleoni di Conan Doyle. In realtà di quel racconto mantiene pochissimo, in pratica solo i busti del titolo, utilizzati da un delinquente (che là era italiano) per nascondere la sua refurtiva.
Si narra di come Holmes (Basil Rathbone), per motivi non ben specificati, si metta contro una piccola organizzazione criminale che vuole rubare una gigantesca perla che ai tempi sarebbe appartenuta a nientemeno che Alessandro Borgia in persona. Sventa un primo tentativo di furto, compiuto dalla bella avventuriera Naomi Drake (Evelyn Ankers, era già stata Kitty ne La voce del terrore), ma poi, pavoneggiandosi con le sue capacità deduttive, favorisce il secondo tentativo che va a buon segno. Ne approfitta l'ispettore Lestrade (Dennis Hoey) per prendersi una ben meritata rivincita agli svillaneggiamenti che è solito patire, ed è giocoforza che il nostro consulting detective si dia da fare per risolvere il guaio.
La piccola banda, capitanata da Giles Conover (Miles Mander, che era già morto come altro personaggio ne L'artiglio scarlatto) ha un asso nella manica, un gigantesco assassino noto col soprannome di The Creeper (tradotto in italiano come "mostro", quando invece è qualcosa di più inquietante, strisciante, che fa venire i brividi) di cui si parla per tutto il film ma che vediamo solo nel finale.
Ad interpretarlo è il povero Rondo Hatton che non aveva bisogno di alcun trucco per interpretare il suo spaventoso personaggio. Un problema endocrinologo lo aveva infatti sfigurato e lo porterà di lì a poco alla morte.
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