Fantasia 2000

Il titolo è un gioco di parole (o meglio, di numeri) tra il suo essere un sequel dell'originale di sessanta anni prima e sulla sua data di uscita. Risultato piacevole, con dei bei momenti, ma anche con delle (perdonabili) debolezze.

La struttura è la stessa dell'originale: brani musicali per orchestra sinfonica che fanno da ispirazione ad animazioni in puro stile Walt Disney. Un episodio è in condivisione, il famoso Apprendista stregone interpretato da un Topolino pasticcione che scatena, suo malgrado, innumerevoli scope magicamente munite di braccia e di una ferrea volontà. Tra un brano e l'altro intervengono personaggi in carne e ossa (Steve Martin il più divertente ed ha pure l'ultima parola, alla fine dei titoli di coda) a fare da intermezzo leggero, quasi che la produzione fosse dubbiosa delle capacità di assorbimento del pubblico.

Il primo brano è, a mio parere, il meno riuscito. Basato sul famoso primo movimento della quinta sinfonia di Beethoven, viene interpretato, molto astrattamente, come una battaglia tra luce ed ombra, con disneyana vittoria della prima. Visivamente ha dei punti interessanti, ma lo sviluppo mi è parso fiacco.

Decisamente più bello il seguente episodio, che interpreta follemente I pini di Roma di Ottorino Respighi come la storia di balene che volanti.

Stacco deciso per passare alla Rapsodia in blu di George Gershwin che accompagna una storia molto newyorkese, degli anni della depressione, usando il tratto tipico di Al Hirschfeld.

Eccezione alla regola che vuole che la musica sia ispirazione all'animazione, dalla produzione di Shostakovich pare che abbiano trovato quello che cercavano per musicare la favola anderseniana del soldatino di stagno. Aggiustata con un lieto fine d'ordinanza.

Altra interpretazione folle, dal carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns, si prende ispirazione per la vicenda di un fenicottero amante dello yo-yo e della sua turbolenta relazione con altri fenicotteri più inquadrati.

Topolino nell'Apprendista stregone lascia spazio a Paperino aiutante di Noè, episodio basato su Pomp and circumstance di Elgar.

Gran finale con un animazione mitologica, che prende spunto dalla suite dall'Uccello di fuoco di Stravinski, in cui uno spirito femminile della fecondità si scontra con un distruttivo (e maschile) spirito fiammeggiante.

Grande varietà sia musicale sia di stili grafici, dunque. Buona l'esecuzione della Chicago Symphony Orchestra diretta da James Levine, con ospiti del calibro di Itzhak Perlman. Animazione che, almeno in alcune scene, mi ha lasciato a bocca aperta, anche se altrove ho notato una commistione poco riuscita tra animazione classica e computerizzata.

8 commenti:

  1. Sono d'accordo con te: Fantasia 2000 alterna bei momenti ad altri meno belli, a differenza di Fantasia che è un unico momento bello :)

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    1. Ci voleva un Walt Disney (con tutti i suoi pregi e difetti) per fare un film del genere.

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  2. io l'ho apprezzato di più ala seconda visione, ma trovo che l'abisso con il primo sia insormontabile...

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    1. Andrebbe visto in un imax, come da aspettative di produzione, e in effetti le balene volanti, tanto per citare un episodio, credo che mi farebbero venire la pelle d'oca in quel formato. Ma a parte questi dettagli tecnici, a livello creativo direi anch'io che ha dei problemi.

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  3. L'avevo visto all'uscita al cinema e poi mai più.
    Rammento bene solo il meraviglioso pezzo con la Rapsodia in blu e nient'altro, segno che, forse, non è un capolavoro come il predecessore.

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    1. Un particolare curioso dell'episodio basato su Rhapsody in blue, è che Gershwin (seppur disegnato) appare in un cameo per eseguire uno dei passaggi più virtuosistici del pianoforte.

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    2. A questo punto mi tocca vederlo. Amo alla follia Rhapsody in blue.

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    3. Gusti condivisibili. Basterebbe l'attacco del clarinetto per renderlo un brano indimenticabile.

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