Storia non particolarmente sorprendente, ma ben scritta da Tony Gilroy. Lo stesso dicasi per la regia, che è la prima per lo stesso Gilroy. Cast da favola, con George Clooney nel ruolo principale ben supportato da gente del calibro di Tilda Swinton, Tom Wilkinson e Sydney Pollack (al suo ultimo ruolo importante - aveva spesso fatto apparizioni, ma aveva iniziato a recitare seriamente quasi per caso, in Tootsie, non trovando un adatto per la parte, qualcuno gli aveva fatto notare che lui sarebbe stato perfetto). Un pool di produttori impressionante, in cui spiccano i nomi di Clooney, Pollack, Anthony Minghella e Steven Soderbergh.
Un attacco da brivido, con Wilkinson che lascia un lungo messaggio in segreteria a Clooney (non vediamo né uno né l'altro, intenti come siamo a seguire una agitata serata nello studio legale newyorkese dove lavorano entrambi), stacco su Pollack, stacco sulla Swindon, e infine passiamo a Clooney, che sta giocando d'azzardo. Che sta succedendo? Non capiamo bene. Vediamo il protagonista al lavoro, lo vediamo correre via col suo bel Mercedes (aziendale, scopriremo poi), fermarsi di botto, attratto chissà perché da tre cavalli che lo guardano perplessi. Al che la sua auto esplode.
Flashback di quattro giorni e ci viene spiegato l'arcano. Wilkinson è il migliore avvocato dello studio legale, che segue un caso spinoso, il loro cliente è una perfida multinazionale agraria che ha combinato un grosso pasticcio. Wilkinson scopre che hanno roba molto (ma molto) sporca da nascondere e, probabilmente anche a causa dei ritmi di lavoro disumani che ha tenuto negli anni precedenti, dà fuori di testa. Clooney, il cui lavoro consiste nel risolvere problemi insolubili senza badare troppo a sottigliezze, viene mandato da Pollack a limitare i danni. La Swindon è una donna in carriera che si occupa del settore legale della multinazionale. Farebbe di tutto per il suo lavoro, nonostante che non le venga naturale (l'abbiamo vista sudare copiosamente nella scena iniziale - cosa che per gli americani è terribile, la vediamo preparare le sue interviste e presentazioni come una attrice, scegliendo abiti, posture, battute).
Il povero Clooney, divorziato, oberato dai debiti, mal considerato nella sua stessa azienda, si trova preso nel mezzo. Deve pensare solo a se stesso, o deve cercare di fare la cosa giusta?
Un legal thriller come molti, ma senza punti deboli, e con il punto forte di un quartetto di grandi attori in splendida forma. Possibilmente, consiglierei di vederlo in originale, bellissimo, ad esempio, è il cambio di tono di Wilkinson, che usa quasi tutto il tempo un tono tra il dolcemente lunatico e il minaccioso represso, ma nello scambio cruciale con Clooney, passa a quello che era probabilmente il suo normale modo di parlare in corte, misurato, musicale, ma estremamente determinato.
Tra gli svariati film che mi sono venuti in mente, direi che il principale sia Erin Brockovich, che non mi è mai piaciuto per il motivo fondamentale che lì la protagonista fa tanto l'ecologista anti multinazionale, ma in fin dei conti segue la stessa logica di chi apparentemente contrasta. OK, nel caso particolare sta con i "buoni", ma il suo interesse sta evidentemente solo nell'incasso di un un corposo assegno. E se il punto chiave è solo quello, allora che cambia? Non è una scelta morale quella della protagonista, è solo un azzardo.
Clayton invece si trova di fronte ad una serie di dilemmi, e le scelte che fa, le fa controvoglia. Nel finale la Brockovich si gode il successo. Clayton invece, dopo un drammatico (e strepitoso) confronto con la Swindon, sale su un taxi e, in contrasto con l'inizio, abbiamo solo un lungo silenzio (sulla bella colonna sonora di James Newton Howard che mi è quasi passata inosservata fino a questo momento) con la macchina da presa che ci mostra i pensieri che scorrono negli occhi del protagonista.
Devo dirti la verità ..mi sono piaciuti tutti i due film, uno anche se c'era Clooney ( forse sono l'unica donna che non lo ama particolarmente...) e l'altro per la Roberts ( che è una delle mie attrici preferite..)--
RispondiEliminaScusami ..sono umana!
Tranquilla, so per certo che esiste almeno un altra donna che non apprezza Clooney ;)
EliminaNon direi che la Roberts sia una delle mie attrici preferite, ma mi sta simpatica.
Chissà come hai reagito a Ocean's Eleven!
A me la vicenda della Brockovich m'ha intristito. L'ho letta come la storia di una tipa che vede un'area non sfruttata per far soldi, ci si butta, e diventa ricca. E' diversa dai signori a cui ha fatto causa? Se sì, mi pare solo in modo marginale.
L'introduzione dei personaggi, lunghissima, mi ha fatto desistere dalla visione la prima volta. Poi, per la stima verso Clooney, l'ho ripreso in mano, e devo dire che, in confronto a Erin Brockovich, gli dà 7 a 5. Non perfetto quindi, ma neanche da evitare.
RispondiEliminaIo ho avuto una reazione opposta. L'ho cominciato a vedere pensando di non arrivare in fondo, causa stanchezza pregressa. E invece non sono riuscito a staccarmene fino alla fine.
EliminaForse la differenza l'ha fatta il doppiaggio.
Comunque non ha avuto troppa fortuna, nomi come Clooney e Gilroy, Pollack e l'onnipresente Wilkinson (farei quasi una lista di tutte le sue partecipazioni a filmoni, da Inception in giù), dovrebbero promettere bene, ma consiglio a tutti: superate il momento del poker del protagonista, superatelo, ne vale veramente la pena.
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