C'era una volta in Anatolia

Bella regia, bella fotografia, stupendi colori, tempi molto lenti. Più che a Sergio Leone, Nuri Bilge Ceylan mi ha fatto pensare a Michelangelo Antonioni (già con l'impossibile sequenza iniziale che ricorda il finale di Professione: reporter) e a Wim Wenders. Non ci si aspetti molta azione, al contrario si abbia molta pazienza nella prima ora (abbondante!) e si verrà ricompensati nella seconda parte, dove si tirano le fila e si arriva ad una conclusione, o per lo meno la si abbozza.

Almeno inizialmente, pare che la storia sia quella di una comitiva di poliziotti, militari, medico e pubblico ministero che, seguono le indicazioni di un omicida per recuperare il corpo della vittima. Più andiamo avanti, più le cose diventano confuse, quello che ci viene detto diventa inattendibile, e dobbiamo dar retta più alle parole casuali che alle dichiarazioni ufficiali.

Il cast principale è tutto al maschile, eppure gli uomini contano poco o niente nella storia. Senza donne non riescono nemmeno a renderlo interessante. La prima parte parte viene tenuta a galla da discussioni sulla qualità dello yogurt e sui problemi che dà la prostata, tanto per intendersi. Il film cambia registro con l'apparizione della bella figlia del sindaco di un paesino nel nulla anatolico. Non dice una parola, ma la sua visione risveglia le coscienze degli uomini, ognuno pensa ad una donna che ha determinato la sua vita, con quello che ne consegue.

Se non ci si addormenta durante la visione, si potrebbero apprezzare anche alcune improvvise e inaspettate derive umoristiche a tinte molto oscure.

2 commenti:

  1. C'era una volta in America, C'era una volta il West, C'era una volta in Anatolia... ma chi decide i titoli dei film?

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    1. Bella domanda. Spesso è farina del sacco della produzione (o della distribuzione), ma in questo caso la scelta è tutta del regista. Non è che il film sia molto esplicito, ma volendo un legame con i film di Leone lo si trova. Gli uomini, in entrambi i casi, hanno le parti principali, e alle donne restano solo piccoli ruoli. Le quattro principali sono la moglie del poliziotto, che non vediamo ma sentiamo al telefono; la figlia del sindaco, che non parla; la ex-moglie del medico, che vediamo solo in foto; la recente vedova, che parla pochissimo. La differenza sostanziale è che sono loro a determinare tutte le azioni del film.

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