L'assassino abita al 21

Ottimo debutto alla regia per Henri-Georges Clouzot. Se si considera poi che il film è stato girato in piena seconda guerra mondiale nella Francia occupata non si può che restare basiti per il risultato ottenuto.

La storia deriva da un romanzo di Stanislas-André Steeman che lo stesso ha contribuito a trasformare in sceneggiatura subendo però le sostanziali modifiche imposte da Clouzot. In particolare ha imposto come protagonisti l'ispettore Wenceslas Vorobechik (Pierre Fresnay), che tutti chiamano semplicemente Wens, e la cantante Mila Malou (Suzy Delair), che già avevano operato con successo ne L'ultimo dei sei, precedente sceneggiatura di Clouzot, anche questa basata su uno scritto di Steeman.

La struttura originale del racconto, che penso sia da ricondurre allo Steeman, è quella tipica del romanzo investigativo inglese. Il protagonista è infatti un astuto detective dalle affilate capacità deduttive che non disdegna agire sotto falsa identità, quando pensa che questo gli possa dare un vantaggio strategico. Il crimine, poi, è eseguito in modo da far sì che lo spettatore si ponga la classica domanda: chi è l'assassino? Segue un percorso di ricerca che condurrà allo spiegone finale.

Clouzot agisce sulla ben congegnata storia aggiungendo svariati elementi comici. Il principale dei quali è che l'ispettore ha un formidabile avversario, la sua donna. Che, animata da grande affetto nei suoi confronti (e dalla speranza di ottenere visibilità sulla carta stampata, così che questo l'aiuti a trovare una parte sul palcoscenico), ne compie di tutti i colori ostacolando la sua indagine.

Clouzot si mostra anche abile nell'usare la colonna sonora (Maurice Yvain) e la fotografia (Armand Thirard), entrambe decisamente interessanti.

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