La furia dei Baskerville

Versione della mitica casa di produzione Hammer della classica avventura di Sherlock Holmes meglio nota da noi come Il mastino dei Baskerville. Perché mai la distribuzione italiana abbia deciso di trasformare il mastino in una furia è una di quelle domande destinate a non avere una risposta convincente.

La Hammer è specializzata in horror, con tendenza al sovrannaturale, il che cozza con l'impostazione estremamente razionalista che Conan Doyle aveva del suo investigatore. Mi aspettavo perciò qualcosa come un film di Michael Bay ambientato prima dell'invenzione della polvere da sparo, e non mi sbagliavo poi di tanto. Non ricordo esattamente il racconto originale, ma non mi pare ci fosse una spaventosa tarantola, e nemmeno tutto quel sangue. Direi che l'intreccio è stato manomesso per inserire elementi che il pubblico di riferimento potesse riconoscere e apprezzare.

Non è che sia un purista, e non mi spiace per niente che le storie holmesiane vengano stravolte e adattate a diverse esigenze. Mi sono divertito guardando come l'ha trasformato Guy Ritchie e mi sto appassionando alla serie televisiva della BBC, che ha prodotto, tra l'altro, anche un episodio basato sullo stesso materiale ma cambiandone decisamente la natura. Qui però si è fatto un pasticcio.

Nonostante tutto, bravo Peter Cushing nel ruolo principale, e non mi è dispiaciuto nemmeno André Morell nei panni del dottor Watson. Mi ha lasciato un po' perplesso Christopher Lee come giovane Baskerville, non per demerito suo, ma perché devo fare un notevole sforzo per vedere nei panni dell'amabile signorotto di campagna l'attore che ha interpretato ruoli come il mostro di Frankenstein, Dracula, Fu Manchu e Saruman.

Tra i bizzarri cambiamenti del testo, da notare la figura della prima donna della storia (comunque un ruolo secondario), qui chiamata Cecile e interpretata dalla nostra Marla Landi, definita come figlia spagnola di Stapleton, intraprendente e cattivella, mentre nell'originale era la signora Stapleton (a sua volta personaggio molto diverso), succube del marito ma di indole buona. Nel romanzo se la cavava relativamente a buon prezzo, qui invece fa una fine orribile.

Stendo un pietoso velo sugli effetti speciali.

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