Il titolo è un chiaro riferimento a Il segno dei quattro, secondo racconto della serie originale firmata da Conan Doyle, di cui mantiene qualche elemento, ad esempio l'assassino ha lo stesso nome, rivoluzionando praticamente tutto quanto il resto. Se nell'originale era qui che entrava in scena Mary Morstan in quanto contattava Holmes per sottoporgli lo strano caso in cui trovava, e il dottor Watson se ne innamorava nel corso dello svolgimento dell'azione, in questo universo alternativo i due piccioncini si sono incontrati non si sa come mentre Holmes era in giro per il mondo, come riportato dal precedente episodio, e ora si stanno sposando.
Tutto l'episodio gira attorno al matrimonio di John Hamish Watson (Martin Freeman) e Mary Elizabeth Watson (Amanda Abbington), e come questo sconvolga Sherlock Holmes (Benedict Cumberbatch), in particolare perché ha il ruolo di testimone dello sposo, con tutto quello che ne consegue secondo la tradizione inglese.
Come spesso accade, a fare le spese delle sua incapacità nel gestire le situazioni sociali sono i suoi (pochi) amici. L'ispettore Lestrade (Rupert Graves) potrebbe raccontare qualcosa in materia.
Se tutti gli episodi di Sherlock sono pervasi da una buona dose ironia, questo usa con gran gusto i toni da commedia. Forse anche per nascondere il suo lato più melanconico. Vediamo infatti Holmes in tremendo imbarazzo nel cercare di combattere la sua sociopatia, ammettere in pubblico la sua insensibilità, ai suoi più cari amici il proprio infantilismo, e a se stesso la superiorità deduttiva di Mycroft (Mark Gatiss). Farà pure un timido tentativo di conquista sentimentale (la testimone della sposa), troppo timido perché possa aver successo.
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