La vita è facile ad occhi chiusi

Primo film dello spagnolo David Trueba che arriva in Italia. Distribuito l'autunno scorso, non l'ha visto praticamente nessuno, nonostante avesse nelle sue credenziali ben sei Goya (*). Per mia fortuna è stato rimesso in cartellone dal cinemino sotto casa, che spesso cerca la competizione insensata con i multisala (**) ma a volte fa un lavoro più utile di recupero di pellicole che hanno avuto poca o nulla visibilità.

L'idea è simile a quella di Marilyn, il risultato inferiore ma comunque buono. Anche qui al centro della storia c'è un mito della cultura popolare novecentesca, che però è visto da un punto di vista molto laterale. Qui la lateralità del racconto è ancor più accentuata, al punto che lui, il mito, ovvero John Lennon, lo vediamo fugacemente in materiale d'archivio e, dal vivo, solo per pochi secondi (***) in campo lungo.

Il protagonista è invece Antonio (Javier Cámara) un professore spagnolo di inglese e latino che ha una grande passione per i Beatles e cerca di usarla come mezzo per spingere i suoi alunni a studiare la lingua d'Albione. Siamo alla metà degli anni sessanta, c'è già un po' di crisi tra i Fab Four e John Lennon si è preso una vacanza dal gruppo per girare Come ho vinto la guerra di Richard Lester (1967). Erano i tempi in cui la Spagna era una meta tipica per girare film spendendo poco, vedasi gli spaghetti western che approfittavano anche dei locali paesaggi desertici.

Un problema di Antonio è che in quegli anni non era così facile avere i testi delle canzoni, che spesso non erano pubblicati nemmeno nei dischi, e così lui le traduzioni se le faceva da solo. Però non è sempre facile capire una canzone, a volte nemmeno quando viene cantata nella nostra lingua. Così spesso le sue versioni avevano dei buchi in corrispondenza delle sue incertezze di traduttore. Così decide di fare un viaggio e chiedere a Lennon di risolvergli i dubbi. Sulla strada incontra un paio di ragazzetti, prima Belén (Natalia de Molina) e poi Juanjo (Francesc Colomer). Dà un passaggio ad entrambi, e l'anomalo terzetto collabora ad un'avventura di pochi giorni, che diventa maggiore della somma delle loro tre storie.

Strawberry Fields forever è nata proprio mentre John Lennon era in Spagna, e nella sua prima versione non aveva quella che diventerà la strofa iniziale ("Let me take you down ...") ma attaccava con "Living is easy with eyes closed", che è diventato il titolo di questo film e ne dà la chiave interpretativa. Siamo infatti in piena dittatura franchista, e le cose su cui è meglio tenere gli occhi chiusi, se non si voglio avere problemi, abbondano. Antonio, che non è certo un eroe, si barcamena nella situazione. Evitando gli scontri diretti (°), cerca di seminare qualcosa tra le giovani generazioni, per il poco che può fare.

Chissà come andranno a finire le storie dei nostri personaggi. Forse riusciranno a tenere aperti gli occhi anche quando questo è difficile. E sarà già un piccolo passo in avanti.

(*) Miglior film, miglior regista, miglior sceneggiatura, miglior protagonista, miglior attrice debuttante, e miglior colonna sonora, affidata a niente meno che Pat Metheny.
(**) Programmando film che sono già passati dai fratelli più potenti, facendo così la fine di quelle che erano decenni fa le seconde o terze visioni, attirando cioè solo il pubblico dei distratti che si sono persi la prima uscita. Il che qualche volta è utile, almeno per me, così mi sono recuperato l'ultimo Star wars, ma in genere non è che abbia molto senso.
(***) Interpretato dalla stesso Trueba.
(°) Ci riesce per quasi tutto il tempo. Solo una volta, nel finale, si lascia andare ad un piccolo atto di violenza ribelle, più comico che altro.

2 commenti:

  1. Deve essere una pellicola bellissima e molto interessante, anche se con tutta sincerità , non ne avevo mai sentito parlare. Mi sono subito segnata il titolo per non dimenticarlo , perchè guarderò con curiosità questo film..
    Molto interessante , grazie Blabla...una serena notte e sogni dorati!

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    1. Anche se ci sono dei punti in cui la narrazione inciampa, per un buon tre quarti del tempo scorre via bene.
      A dire il vero, nemmeno io sapevo nulla di questo film fino all'altro giorno, è stata una scoperta fortunata.
      Buona notte a te, Nella :)

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