Don Jon

Opera prima di Joseph Gordon-Levitt (*), basata su una idea che non mi sembra per niente male, fare una versione più leggera di Shame incrociandolo con (500) giorni insieme. Sfortunatamente il risultato è inferiore alla somma dei due modelli originari. Come commedia ha troppi momenti di stanca, come tragedia manca un approfondimento della situazione e dei personaggi, che troppo spesso sono più tratteggiati che sviluppati. Non voglio nemmeno pensare che il titolo sia un riferimento al Don Giovanni di Da Ponte - Mozart, il paragone è così fuori scala che nessun filmmaker in possesso del ben dell'intelletto lo azzarderebbe.

Jon Martello (Gordon-Levitt) è un ragazzotto italo-americano che ha un solo grosso interesse nella sua vita, il sesso. Non ha nessuna difficoltà a procurarsi donne affascinanti per rapide avventure (**) che però non riescono a soddisfarlo. Il fatto è che si è assuefatto alla pornografia, e gli sembra che il sesso reale non ne sia all'altezza. Il perfido meccanismo sembra incepparsi quando incontra Barbara (Scarlett Johansson), che gli sembra la personificazione dei suoi sogni molto materialistici sulle donne. Il problema è che anche Barbara ha una sua deviazione, cresciuta come una principessina dalla sua famiglia, in una casa che sembra quella di Barbie (***), si nutre di film rosa come Jon di porno, e ritiene che l'uomo della sua vita debba seguire quel modello.

La fortuna di Jon sta nell'incontrare Esther (Julianne Moore), una donna molto più matura (°) di lui, che riuscirà a fargli capire in che razza di vicolo cieco si sia ficcato, e forse lo aiuterà ad uscirne.

Un certo peso nella narrativa è preso dalla famiglia di Jon, una famiglia italo-americana molto stereotipata, con il padre (Tony Danza) interessato solo allo sport e la madre (Glenne Headly) ossessionata dal voler vedere Jon sposato, in modo che lei possa realizzarsi come nonna. In questo contesto si ritaglia un piccolo spazio anche Brie Larson nel ruolo della sorella, che per tutto il film sembra essere presente solo col corpo, assorbita com'è dal suo telefono, ma che nel finale avrà modo di scodellare la sua unica battuta in cui spiega la natura della relazione tra Barbara e Jon, dimostrandosi come l'unica della famiglia con una buona capacità di osservazione e interpretazione dei fatti.

(*) Scritta, diretta e interpretata da lui medesimo. Per essere precisi Gordon-Levitt aveva già diretto una manciata di corti, questo è il suo primo lungometraggio.
(**) Tra i punti forti del film c'è anche l'ottimo casting.
(***) Nel senso della bambola. E ora che ci penso, forse il legame tra i nomi, Barbie-Barbara, non è casuale.
(°) In tutti i sensi.

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