Kim Baker (Tina Fey) ha un oscuro lavoretto in una televisione americana a New York, uno sfuggente fidanzato e, quel che è peggio, sembra ormai rassegnata a quella vita. Capita però la guerra in Afghanistan, anche la sua rete deve coprire le notizie con una reporter sul posto e nessuno ci vuole andare. Dopo breve meditazione, decide di prendere l'occasione e vedere cosa le riserva.
L'impatto con la realtà è al limite del catastrofico, con tutto quel che si può immaginare che capiti a dei civili scaraventati in una zona di guerra (*), ma vediamo che Kim, da buon essere umano, si adatta rapidamente alla situazione e finisce per trovare un suo equilibrio. Al punto che l'assegnamento, che doveva essere limitato a tre mesi, sembra estendersi indefinitamente.
Ci sarà però un'altra scena chiave, in cui l'interprete di Kim (Christopher Abbott) le dice, senza girarci troppo attorno, che lei si è evidentemente presa una dipendenza da vita pericolosa (**). Per sua fortuna, lei ci pensa, elabora, comprende e decide di tornare a qualcosa di meno irragionevole.
Pur essendo diretto dal dinamico duo costituito da Glenn Ficarra e John Requa, questo andrebbe considerato a tutti gli effetti un film della Fey, che non solo interpreta la protagonista assoluta (***) ma è anche produttrice. E la sceneggiatura è scritta da un suo fedelissimo, Robert Carlock. E in effetti la distanza da altre cose di Ficarra & Requa (°) è sostanziale. In negativo manca di consistenza, come se la produzione fosse stata indecisa sull'indirizzo da prendere, ci sono momenti in cui sembra di andare verso Animal house (1978) di John Landis, vedasi anche l'indirizzo che non è altro che la sigla WTF (°°) riportata usando lo spelling militare. In positivo c'è una storia interessante, in cui vediamo il punto di vista di una donna in un ambiente che di femminile ha poco. Si impone il confronto con Zero dark thirty (2012) della Bigelow. Là la protagonista arrivava a negare la sua femminilità (°°°) allo scopo di raggiungere l'obiettivo che si era prefissa. Qui Kim non rinnega il suo essere donna, il che la porterà anche a risolvere un piccolo mistero la cui soluzione era preclusa ai maschi.
Tra i comprimari, Margot Robbie è la giornalista di guerra che mostra un lato più mascolino nell'affrontare le situazioni; Martin Freeman il giornalista freelance scozzese (Iain) che parte malissimo, sembra cambiare, poi ricade e infine chissà. Tra Iain e Kim vediamo il prologo di una scena di sesso tra le più divertenti che io mi ricordi. Alfred Molina è un politico afgano in crescita che ha una attrazione per Kim; e Billy Bob Thornton è un memorabile generale dall'eloquio molto fiorito.
(*) Vedasi MASH (1970), modello ineludibile per film di questo genere.
(**) Mi è venuto naturale citare Un anno vissuto pericolosamente (1982) di Peter Weir.
(***) Al resto del cast, che pure funziona molto bene, restano solo le briciole, e praticamente nessun altro ha la possibilità di dare un rilievo al suo personaggio.
(°) Crazy, stupid, love (2011), ad esempio.
(°°) What The Fuck.
(°°°) Definendosi con orgoglio motherfucker.
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