Nonostante che dopo la prima visione abbia letto alcune recensioni piuttosto velenose, questa seconda visione mi ha rafforzato nell'opinione di aver ragione io a considerarlo un ottimo titolo e torto chi lo considera una ciofeca.
Credo che gli esponenti del partito avverso siano stati ingannati dalla struttura della narrazione, che segue gli stilemi del thriller, e non si siano accorti che il punto del film sia completamente diverso, essendo piuttosto una meditazione su quel che conta nella vita, su cosa valga la pena di fare la propria migliore offerta, e quanto alta questa puntata possa, o debba, essere.
L'appassionato di thriller, in effetti, potrebbe non essere soddisfatto dalla semplicità dell'inghippo. Troppo facile immaginarsi quello che gli sembra il colpo di scena del finale. Però, nel far questo, deve far finta che il film finisca alcuni minuti prima dell'inizio dei titoli di coda, declassando al livello di coda poco significativa quello che è il vero cuore dell'azione, che finisce per dare il senso complessivo alla storia.
Dopo il trailer dico qualcosa che potrebbe infastidire chi teme gli spoiler. Lettore avvisato, mezzo salvato.
Il protagonista è Virgil (Geoffrey Rush), un banditore d'asta incapace di relazionarsi con gli umani e che ha sublimato il suo desiderio d'amore nella creazione di una collezione di dipinti femminili da capogiro. Freddo nei rapporti interpersonali, al punto da indossare sempre un paio di guanti per evitare quelli che per lui sono sgradevoli contatti, riesce a empatizzare solo con i dipinti (praticamente l'unica cosa che tocca a mani nude).
Si circonda di persone che apprezza per le loro capacità ma di cui in pratica non sa nulla. In particolare lo vediamo interagire con Billy (Donald Sutherland), pittore scarso ma fidato compare quando si tratta di acquisire con modi poco puliti nuovi esemplari per la sua collezione, e Robert (Jim Sturgess), una specie di genio della meccanica.
Capita poi che Claire (Sylvia Hoeks), una giovane ereditiera con un grosso patrimonio di cui vuole liberarsi, chieda a Virgil di occuparsi del suo caso. Virgil è indeciso ma, a poco a poco, viene portato a dedicare sempre più tempo ed energie al complicato caso di Claire. Sia per la complessa personalità della donna, che ben si rapporta alle sue stesse spigolosità caratteriali, sia perché tra il materiale presente nella villa emergono ingranaggi che sembrano riconducibili ad un robot settecentesco dal favoloso valore.
Se questo fosse un semplice heist film, sapremmo già tutto. Virgil è il pollo. Billy è il genio. Robert e il guardiano della villa sono i compari, Clair è l'esca. Il bottino è la collezione di Virgil, il motivo è il senso di rivalsa di Billy, che si sente maltrattato da Virgil, pensando di essere un bravo pittore incompreso (ma vediamo un suo quadro, che alla fine chiarirà definitivamente questa parte del racconto, ed è difficile dare torto a Virgil).
Però stiamo guardando un film di Giuseppe Tornatore, che non è solo bravo come regista, ma sa anche scrivere sceneggiature di notevole spessore. Dobbiamo aspettarci qualcosa di più.
Succede infatti che Claire resti colpita da Virgil, capisca il suo dramma, e veda come l'amore di lui lo cambi. Non sappiamo come e perché sia entrata a far parte della banda, ma la vediamo sempre meno convinta di quello che sta facendo, lasciando a Virgil qualche piccolo indizio. Forse sperando che lui capisca e non inghiotta l'amo. L'amore, però, rende ciechi, e per il povero Virgil, che mai lo ha sperimentato in vita sua, è praticamente impossibile capire cosa stia davvero accadendo. Almeno fino a quando non è troppo tardi.
E siamo dunque al vero finale. Virgil ha perso la sua collezione dal valore incalcolabile, e ha perso la donna di cui è innamorato. Gli basta una piccola indagine personale per capire il poco che gli era rimasto oscuro, potrebbe denunciare il furto, e lasciare che la giustizia faccia il suo corso. Sarebbe difficile trovare Billy e Robert, ma per lo meno avrebbero vita più difficile. Questo però servirebbe solo per cercare di riavere indietro i quadri che, ora Virgil capisce, non valgono nulla in confronto al suo amore per Clair. Pensa dunque agli indizi che lei gli ha lasciato, e scopre di avere una piccola, tenue, speranza di rincontrarla. Quel che basta a permettergli di non sentirsi più solo.
Concordo
RispondiEliminaVirgil era incapace d'amare; le donne le voleva contemplare solo dipinte; ora sa cosa sia l'amore...
Ritroverà Clair? Spero di sì. Comunque potrebbe trovare qualche altra donna, magari più sincera.
A me piace pensare che Clair sia innamorata di Virgil quanto lui lo è di lei, e che tutti quegli indizi che ha lasciato fossero tanti piccoli sassolini che lei sperava che lui seguisse.
EliminaNessuno dei due ha brillato per sincerità. Nemmeno Virgil sapeva bene se era più interessato a Clair o all'automa, se era disperato più per la scomparsa di lei o della sua collezione. Ma forse adesso sono entrambi persone migliori.
Sono una di quelli a cui non è piaciuto, molto noioso anche se ho apprezzato il modo in cui fino alla fine non sai mai chi sono veramente i personaggi.
RispondiEliminaallora avevo ragione io su Billy! le mi amiche dicevano che lui non c'entrava nulla col complotto...
Le tue amiche si devono essere distratte. Senza Billy non si capisce come la banda facesse a sapere della collezione di Virgil, costruita di nascosto, e di valore teoricamente molto inferiore a quello reale.
EliminaInoltre non si spiegherebbe il quadro di Billy che era stato spacciato come il ritratto della madre di Claire.
Ma, ribadisco, quella è solo la scorza del film, la sua vera anima è un'altra.