La regia passa a James Foley, nato regista cinematografico, ha diretto Americani (in originale era Glengarry Glen Ross), roba da leccarsi i baffi, scritto da David Mamet, riuscendo a gestire ottimamente lo strepitoso cast che include Jack Lemmon, Al Pacino, Alec Baldwin, Alan Arkin, Ed Harris, Jonathan Pryce e anche Kevin Spacey, che è tra i numi tutelari di House of cards. Purtroppo, non mi pare che abbia poi fatto altro di paragonabile. Negli ultimi anni è passato alla televisione.
Non che abbia notato il cambio di mano rispetto a David Fincher, ho semplicemente letto il suo nome nei titoli di testa. Anche se in effetti in questi due episodi cambia qualcosa di significativo. Clair (Robin Wright) ha una incrinatura nel suo algido carattere, che la porta ad essere leggermente più umana. Interessante notare come cerchi di comunicare la cosa a Francis (Spacey), ma alla fine si trattenga, come se percepisca lei stessa questo suo cambiamento come una debolezza.
D'altro canto, Francis è il solito rullo compressore che elimina senza pietà nemici e gente che si trova lì a passare per caso senza nemmeno pensarci due volte. Lo sentiamo anche sperticarsi in una toccante meditazione sull'incomprensibilità del dolore, come questo rischi di portare all'odio, e come invece ci debba portare ad essere più forti e trasformare quella che potrebbe essere una sconfitta in nuova linfa creativa. Peccato che Francis non possa evitare di interromperlo per dirci (solo a noi spettatori) che non crede minimamente in quello che sta dicendo, è solo uno strumento che sta usando per i suoi scopi.
E a proposito di strumenti, Peter Russo (Corey Stoll), il deputato tossico, si accorge finalmente di quanto ami la sua assistente. Messo da lei alle strette, decide di cambiare, affrontando di petto i suoi problemi. Ma Francis ha altri piani, lui è troppo debole per sfidarlo, e finisce stritolato. Zoe Barnes (Kate Mara), la giornalista che Francis usa per far filtrare le notizie, vere o false, che a lui fanno comodo, si trova in una situazione simile. Ma non avendo ella alcuna moralità, non ha alcuna fatica a districarsi. Anzi, rilancia, aggiungendo al piatto del suo affare con Francis anche il suo corpo.
Se per i personaggi minori c'è poco da fare, sono destinati ad adeguarsi ai piani di Francis o essere distrutti, sarà interessante seguire l'evoluzione del carattere di Clair, che è l'unica che si è dimostrata capace di tener testa al marito.
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