O meglio, Il sapore del Palazzo (Les Saveurs du Palais) o anche, sbirciando quale sia il titolo internazionale, Haute cuisine.
Approssimativamente basato sulla storia di Danièle Mazet-Delpeuch, che tenne il ruolo di chef privata per François Mitterrand per un paio di anni durante il suo secondo mandato presidenziale, credo che sia stato prodotto mirando a chi sia interessato ad una vista obliqua sul quel presidente o, come meglio lascia intendere il titolo originale, i meccanismi che regolano i centri del potere politico francese (che poi non devono essere molto diversi da quelli di tutte le democrazie occidentali).
Hortense Laborie (Catherine Frot) viene convocata a Parigi per la sua capacità di interpretare la cucina francese storica, visto che il presidente non è convinto dalle nuove interpretazioni che i cuochi francesi le stavano dando. Chissà che avrebbe mai pensato della cucina molecolare.
Il presidente si entusiasma, ma Hortense si trova a combattere contro una burocrazia tentacolare, lotte intestine di potere, e persino (orrore!) i dietologi che cercano di evitare l'esplosione del fegato presidenziale.
Una specie di incrocio tra Chef e Il ministro - L'esercizio dello Stato. Meglio il primo, se si vogliono fare quattro risate ammirando nel contempo alcuni piatti spettacolari, o il secondo se si vuole ragionare sul potere.
bello, ma pericoloso per chi (come me) è a dieta
RispondiEliminaA me non ha entusiasmato, ma la ricette presentate sono spettacolari.
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