Monsters

Sembra fatto apposta per attirare, nella migliore delle ipotesi, commenti misti. Nel mio caso, guardandolo ho trovato alcuni passaggi particolarmente lenti, o scontati, o semplicemente stonati. Ripensandoci con calma, però, ho finito per apprezzare la costruzione ben più solida di quello che lascia immaginare il budget minimale, e una certa profondità della sceneggiatura (che pure risulta a tratti confusa e improbabile).

In breve, si può dire che è un film di Gareth Edwards, prima sua regia per un lungometraggio, di cui ha curato anche la sceneggiatura (storia originale), la fotografia, gli effetti speciali e le scenografie, che lo ha trasformato da emerito sconosciuto a debuttante da tenere sott'occhio, al punto che gli hanno affidato il prossimo reboot di Godzilla, progetto che coinvolge studios del peso della Legendary e Vertigo, e dunque dovrebbe significare svariate decine (se non centinaia) di milioni di dollari in ballo. Sarà interessante vedere se questo (relativamente) giovane regista inglese riuscirà a non farsi distrarre dalle megaproduzioni americane per riuscire invece ad imporre il suo punto di vista.

La parte fantascientifica consiste nel fatto che una missione NASA ha raccolto esseri viventi alieni (i contenuti speciali del DVD spiegano che l'idea è che vengano da una missione su Europa, luna gioviana), ma si è schiantata sulla via del ritorno. Sospendendo l'incredulità, dobbiamo accettare la premessa che questi alieni (simili a dei giganteschi molluschi anfibi) sono sopravvissuti all'incidente e si sono adattati a vivere nel Messico. L'azione parte sei anni dopo, al punto in cui pare che la politica di contenimento nel nord del Messico non regga, e i calamaroni minacciano di sfondare un gigantesco muro costruito sul confine tra USA e Messico (espandendosi nel contempo anche verso sud).

Un breve prologo ci mostra una azione militare americana, che sembrerà fuori contesto fino alla fine del film. Un consiglio a chi vedrà il film: memorizzare quello che succede, e ricordarsene al termine, perché in realtà tutto il film è un enorme flash-back, e scopriremo che non di prologo si tratta, ma di epilogo.

Il resto del film racconta di un giornalista-fotografo americano (Scoot McNairy) che si trova in centro-america quasi come fosse in zona di guerra (e mi ha fatto pensare a titoli come Salvador o Sotto tiro), che viene costretto dal suo capo a far da balia alla figlia (Whitney Able), ferita lievemente da un incontro con gli extraterrestri, e che dovrebbe tornare in patria - cosa complicata dai reciproci attacchi di molluschi ed eserciti umani, e da una sbronza inopportuna del protagonista.

A questo punto m'è sembrato che l'azione diventasse un misto di Jurassic park, Apocalypse now, e Lamerica. I due infatti cercano di rientrare negli USA seguendo vie da immigrati clandestini, risalendo corsi d'acqua e poi marciando nella giungla (cosa ci faccia una giungla nel nord del Messico non è chiaro, ma pazienza), sotto la minaccia di mostruosi esseri. Cammino che finisce per essere metaforico, rappresentando una la crescita della consapevolezza dei due protagonisti.

Anche gli inesplicabili alieni mi sono parsi molto simbolici. I centroamericani ci convivono senza molti problemi, e si chiedono perché mai i gringos abbiano quell'isteria da fortezza assediata nei loro confronti. I due americani all'estero, cambiando prospettiva, scoprono quanto sia bizzarro il proprio modello isolazionista, pur rendendosi conto che, una volta superato il muro, si dimenticheranno di quella loro osservazione. La reazione militare al problema alieno viene catalogata come sciocca, i cosiddetti danni collaterali sono più drammatici di quelli causati dai bestioni.

Detto tutto ciò, mi pare naturale che sia da chiedersi chi siano realmente i mostri citati nel titolo.

2 commenti:

  1. io nei commenti misti sono tra quelli che l'hanno apprezzato parecchio!

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    1. Secondo me, alcune mosse di sceneggiatura, come piazzare una piramide maya nella giungla con vista sul confine Messico-USA, non sono state particolarmente azzeccate. Ma facendo un bilancio complessivo l'ho apprezzato anch'io.

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