Produzione indipendente molto newyorkese e molto young adult, con la particolarità di mettere assieme Emma Roberts, figlia di Eric ma soprattutto nipote di Julia (nel senso che lei è la zia, non la nonna!), e Sasha Spielberg, figlia di Steven e Kate Capshaw. Emma protagonisteggia e non bisogna essere dei geni per vaticinare una sua rapida scalata nello star-system, mentre Sasha ha una parte secondaria e non mi è chiaro se faccia cinema per passatempo o se stia aspettando una buona occasione.
Protagonista maschile è Freddie Highmore, già Charlie nella Fabbrica di cioccolato versione Tim Burton, che qui è un ragazzino in piena crisi depressiva ma che per sua fortuna incontra una serie di persone (in particolare la giovane Roberts, ma che te lo dico a fare - cit. Donnie Brasco) che lo spingono ad uscire dalla melma in cui era finito per ... non si sa, il film finisce prima.
Prima regia (e sceneggiatura) di Gavin Wiesen, fa bene il paio con La collina dei papaveri, per il tema trattato e lo stesso piglio lieve e sbarazzino, anche se il risultato è inferiore, a mio gusto rovinato da un finale troppo scontato. Forse Wiesen ha voluto evitare di clonare la fine di Manhattan, eppure mi pare che sarebbe stata la scelta migliore.
Adeguata e piacevole la colonna sonora, stile compilation e quasi completamente a cura di artisti indie come i Mates of state o i Pavement, ma con la notevole eccezione di Winter lady di Leonard Cohen.
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