Mister Morgan

In principio era il romanzo di Françoise Dorner, La douceur assassine, che è stato adattato in sceneggiatura che poi ha diretto la stessa Sandra Nettelbeck. Credo che il problema principale del film stia proprio nella difficoltà nel tradurre una storia pensata per la letteratura nel limitato tempo che lascia la pellicola cinematografica.

Per un certo verso, è molto simile ad Amour di Michael Haneke, infatti il signor Morgan eponimo (Michael Caine) vive lo stesso stesso dramma e arriverà alla stessa conclusione, ma con alcune differenze sostanziali.

Dopo un paio di anni di depressione, infatti, Morgan incontra fortuitamente Pauline (Clémence Poésy), una bella giovane donna che, per il gentile modo di fare, gli ricorda sua moglie. I due imbastiscono una amicizia che ha l'effetto di rompere il loop in cui lui era finito.

La situazione si complica con l'entrata in scena dei figli di Morgan, in particolare Miles (Justin Kirk), visto che sua sorella (Gillian Anderson) è praticamente una meteora che passa, approfitta della location (Parigi sarà sempre Parigi) per fare acquisti e poi se ne torna a casa.

Abbiamo quindi una sorta di triangolo, con in due Morgan e Pauline che cercano di chiarire quali siano i rapporti tra loro.

A differenza di Amour, qui i toni sono meno tragici, avvicinandosi più volte a quelli della commedia, miracolo che riesce anche grazie alla buona colonna sonora di Hans Zimmer che integra, tra l'altro, anche Not too late di Norah Jones, sui titoli di coda.

E, a proposito di musica, è da notare che un ruolo importante nell'azione è assegnato ad Anthem di Leonard Cohen.

2 commenti:

  1. A me è piaciuto molto. L'ho trovato molto delicato, con un grande Michael Caine.

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    1. Sottoscrivo. Brava anche la Nettelbeck a dosare tragedia e commedia, ma avrei preferito se avesse ridotto al minimo la parte relativa ai figli di Morgan. Non c'è stato tempo per sviluppare bene il personaggio di Miles e l'evoluzione di Pauline. Mi pare che questo indebolisca la seconda parte del film.

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