Credo che lo scopo principale di questo film fosse meramente commerciale. Impiegare un certo numero di milioni per produrre un buon prodotto medio che li ripagasse adeguatamente abbastanza velocemente. Risultato che è stato agevolmente ottenuto, tra l'altro.
L'unica componente eccellente del film direi che è la storia originale (Larry Cohen), che riesce a raccontare pianamente un intreccio piuttosto complicato che include svariate prospettive che riescono ad essere sviluppate senza pestarsi i piedi a vicenda. La sceneggiatura (Chris Morgan) e la regia (David R. Ellis) hanno il merito di veicolare le idee originali senza ingarbugliare inutilmente i vari fili del racconto.
Il cast manca di stelle brillanti ma include gente del calibro di Kim Basinger (che ha già salutato da anni il suo periodo migliore), William H. Macy (comprimario di lusso sempre pronto a dare peso a film di ogni tipo), Jason Statham (in un ruolo meno pungente del suo solito, era ancora in attesa di venir scoperto oltre oceano), e gli ancor poco noti Chris Evans e Jessica Biel.
La storia è piuttosto hitchcockiana, con un protagonista mediocre costretto dagli eventi a dare il meglio di sé, un meglio che nemmeno lui era probabilmente a conoscenza di avere, con una meccanica alla Lola corre (primo grosso successo di Tom Tykwer con Franka Potente costretta a correre per tutto il tempo dell'azione).
I cattivi, capitanati da Ethan (Statham), rapiscono Jessica (la Basinger) per motivi che sono inizialmente poco chiari. Capiamo però che lei è spacciata, uno di quei casi in cui si può decidere solo quando e come verrà eliminata. Riesce a stabilire un contatto telefonico con Ryan (Chris Evans), un ragazzotto così poco affidabile che la fidanzatina (Jessica Biel) è tentata di mandarlo a quel paese. Per motivi che non sto a spiegare, se cade la linea, Jessica potrebbe non avere una seconda possibilità.
Ryan contatta un poliziotto, Bob Mooney (Macy), piuttosto sfigatello, con una moglie che lo tartassa, e maltrattato dai colleghi (ha solo un amico, Noah Emmerich), che è sul punto di mollare il servizio per fare qualcosa di completamente differente. Purtroppo Mooney viene distratto da accadimenti vari e non riesce ad intervenire rapidamente.
Così tocca a Ryan correre (ma in macchina, siamo in California) per la città per cercare di evitare che i cattivi mettano le mani sul figlio di Jessica, che si chiama Ricky Martin (al solo scopo di fare una battuta sull'omonimia col cantante), e sul marito. Tutto sembra andare di male in peggio, ma alla fine gli improbabili eroi Mooney e Ryan dimostreranno di valere di più di quello che un po' tutti si aspettavano.
Tra i siparietti comici, da notare l'intermezzo in cui appare un antipaticissimo avvocato che viene derubato dal protagonista per due volte di fila della sua macchina, una bella Porsche targata "Faccio causa anche a te".
Nessun commento:
Posta un commento