I racconti di Terramare

Lo studio Ghibli è una certezza, Goro Miyazaki, invece è qui alla sua prima regia. Nonostante sia figlio del mitico Hayao, non ha precedentemente fatto altro, alcuni dicono per la difficoltà di sostenere il cognome paterno, altri sono meno simpatetici.

E in effetti, tenendo conto delle altissime aspettative che generano la casa di produzione e il cognome Miyazaki, il risultato non convince appieno. Il confronto con i migliori prodotti della Ghibli, e di Miyazaki senior, sono ineludibili, e non si risolvono mai a favore di questo titolo. La qualità del disegno è buona, ma non mi ha mai (o quasi) lasciato senza fiato, bella colonna sonora (Tamiya Terashima) ma senza raggiungere l'impatto emotivo dei lavori di Joe Hisaishi, eccetera.

Non giova poi la scelta del soggetto, una rielaborazione di alcuni libri appartenenti alla saga di Earthsea di Ursula K. Le Guin, estremamente complesso e che lascia aperta una infinita serie di interrogativi a chi non sia addentro nelle storie (come il sottoscritto). C'è da dire anche che la riscrittura è stata così pesante da rendere irriconoscibile la vicenda alla stessa Le Guin, per cui penso che nemmeno gli appassionati dei romanzi siano rimasti molto soddisfatti.

Nonostante tutto ciò, si tratta di un'opera interessante, con alcuni passaggi magistrali, che lascia ben sperare per il futuro.

Per quanto detto sopra, è impossibile raccontare in poche parole quel che succede. Si inizia con una tempesta in mare, vista dalla prospettiva di una nave che mi pare in stile europeo-medioevale. Compaiono un paio di draghi, che combattono tra loro fino alla morte di uno dei due. Gran stupore tra la ciurma, non per l'apparizione in sé, ma per il fatto che i draghi siano in quella zona, e che combattano tra loro. Passiamo poi ad una corte in cui un re cerca di gestire una situazione complicata a base di pestilenze e carenze di risorse. Ma non ha modo di fare molto, visto che il figlio lo accoltella e scappa con la sua spada.

Cambio di scena, un tale viaggia su di un placido mare su una barchetta che sa tanto di Grecia antica, accosta tra rovine di case abbandonate e giganteschi galeoni, e poi si incontra con il ragazzetto di cui sopra, salvandolo da un attacco di feroci lupi. I due decidono di viaggiare assieme. Andranno in un città in cui si pratica lo schiavismo, da cui trae vantaggio un ambiguo mago androgino. Le cose si complicano ancora di più, ma il succo è uno scontro tra chi vuole mantenere il bilanciamento tra le forze della natura e chi mira a sovvertirlo per un proprio vantaggio (tema tipico dello studio Ghibli).

Il giovane parricida è mosso dal terrore della morte, non accetta che la sua vita sia limitata, e questo gli impedisce di vivere, e questo lo porta ad avvicinarsi al lato oscuro della forza, che promette (vanamente) di superare questo scoglio.

Come sempre (o almeno spesso) accade nei film Ghibli, saranno le donne a dare un apporto fondamentale alla conclusione positiva della storia.

4 commenti:

  1. Questo è uno di quei film che ho in lista da una vita e mezza ma che non ho ancora preso in mano. Prima o poi devo recuperarlo, anche se non è brillante come altre opere dello stesso studio mi incuriosisce comunque ^^

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    1. Curiosità giustificata, direi.

      L'ho visto in preparazione a La collina dei papaveri, secondo film di Miyazaki junior che esce a giorni.

      Sarei sorpreso se, datogli il dovuto tempo, anche il giovane Miyazaki non si mettesse a sfornare capolavori.

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  2. In attesa che i geni e l'ambiente mostrino il loro influsso benefico su Goro, vorrei aggiungere che non solo gli amanti dei romanzi (come me) non sono stati contenti, ma anche la LeGuin, che aveva negato i diritti per anni e li aveva ceduti SOLO allo studio Ghibli (sperando nell'altro Miyazaky)...

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    1. Beh, se è per questo, ho letto che anche il Miyazaki senior l'avrebbe presa piuttosto male, che erano anni che faceva il filo a quella regia.

      Anche se il risultato sarebbe stato superiore, credo che la Le Guin sarebbe rimasta perplessa lo stesso. Infatti mi pare di aver capito che sia difficile aspettarsi lavori filologici da parte dello studio Ghibli.

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