Ovvero, la vita del trombettista (*) jazz Bleek Gilliam (Denzel Washington) secondo Spike Lee. Ci si focalizza sul momento in cui Bleek sta per fare il gran botto, anche se al momento il suo quintetto suona al Beneath the underdog, un locale non eccelso. Si studiano le relazione tra Bleek e i suoi colleghi, in particolare con Shadow Henderson (Wesley Snipes), sassofonista di talento; con le donne, ne ha due stabili, Clarke Bentancourt (Cynda Williams) e Indigo Downes (Joie Lee, sorella di Spike), e presumibilmente altre di passaggio; e con il suo manager incapace, Giant (lo stesso Lee).
Giant ha rimediato un contratto capestro con i gestori del Beneath the underdog, i fratelli Flatbush (interpretati dai fratelli Turturro, Moe è John), non riesce a rinegoziarlo nonostante il successo che Bleek e compagni stanno ottenendo, e questo complica le relazioni all'interno del quintetto, anche perché Shadow pensa di mettersi in proprio, e ha pure mire su Clarke, sessuali ma anche artistiche, visto che lei canta. Giant ha anche un problema di dipendenza dal gioco d'azzardo, e i suoi debiti porteranno alla catastrofe finale, che avrà le sembianze di un paio di brutti ceffi, uno dei quali è interpretato da Samuel L. Jackson.
Un veloce flashback iniziale ci mostra Bleek ancora bimbo costretto dalla mamma a studiare la tromba controvoglia, e questa potrebbe essere la chiave di lettura del film. Bleek è un genio della musica, ma non basta questo a farne un uomo felice. Avrebbe dovuto imparare a relazionarsi decentemente con uomini e donne. E questo lo si può imparare solo con l'esperienza, che gli è stata negata. Nel finale vediamo la stessa scena ripetuta alcuni decenni dopo, il figlio di Bleek sta a sua volta studiando la tromba, ma vorrebbe uscire a giocare con i suoi amici. Fortuna sua, il padre è abbastanza intelligente da aver imparato dalla sua vita, ed evita di rovinargli l'esistenza.
Eccellente la parte musicale, affidata al quartetto di Branford Marsalis.
(*) Inesistente ma liberamente ispirato dalle biografie di Miles Davis e Charlie Mingus.
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