Non è un film che dia la risposta ai Grandi Interrogativi della Vita. Chi abbia questa esigenza, potrebbe guardare, ad esempio, la Guida galattica per autostoppisti (spoiler: 42). Qui è tutto indefinito. Leos Carax (sceneggiatura e regia) ci presenta il suo lavoro, e ci pensi lo spettatore a farsi le sue domande e darsi le sue risposte.
La pellicola inizia con Carax che si sveglia in una stanzetta nelle vicinanze di un aeroporto, in un modo così bizzarro da far pensare che in realtà non si sia per niente svegliato raggiunge un cinema in cui gli spettatori sembrano massificati e incapaci di mostrare una qualunque emozione, e dunque la storia comincia.
Si narra la giornata del signor Oscar (Denis Lavant, da applausi a scena aperta) che lavora per la Holy Motors, o forse usa il loro servizio limousine, vallo a capire. Alla guida c'è la fedele Céline (Edith Scob) che lo scorrazza per Parigi fornendogli una serie di brevi sceneggiature che prevedono che Oscar si trasformi in una estremamente variegata serie di personaggi per interpretare brevi vicende che sembrano non avere né capo né coda.
Ad esempio, in un episodio Oscar si trasforma in Merda, un essere orribile che dopo aver fatto perdere le sue tracce (non si sa da chi) viaggiando per le fogne (dove incrocia una umanità dolente in fuga da chissà che), emerge in una versione di Père-Lachaise (il famoso cimitero) dove le lapidi pubblicizzano siti web. Dopo essersi mangiato fiori destinati ai defunti e aver calpestato un cieco che ha avuto la sfortuna di incrociare il suo percorso, si imbatte un famoso fotografo americano (mi pare si chiami T-Bone, come dire, Bistecca Alla Fiorentina) che sta facendo un servizio fotografico alla famosa starlet Kay M (Eva Mendes), la rapisce, per sottoporla ai suoi bizzarri voleri. La reazione di lei è praticamente nulla, quasi che fosse un Barbie a grandezza naturale.
In uno dei viaggi di trasferimento, Oscar parla con qualcuno (Michel Piccoli) che pare sia un suo capo, e abbiamo una specie di spiegazione di quello che sta accadendo. Sembra dunque che Oscar sia un attore, e che il cinema, ora, si faccia così.
Più avanti ancora, un incidente blocca la limo di Oscar, che ha modo di strappare un fugace incontro con una collega (Kylie Minogue) che non vede da molto tempo. I due sembrano innamorati, ma qualcosa li costringe a stare lontano. Sembrerebbe che questo incontro sia reale, e i due non stiano recitando, ma poi la scena vira al musical (e la Minogue si mette a cantare).
La fine della giornata di Oscar è ancor più sorprendente. Dovrebbe abbandonare il lavoro, ma scopriamo che ha una sceneggiatura anche per la notte, e oltretutto la famiglia che raggiunge è evidentemente diversa dalla famiglia del mattino.
Poca musica nel film, ma utilizzata molto bene. Oltre alla scena della Minogue (che ha un nonsoché hitchockiano), si veda ad esempio questo estratto che fa da interludio tra il primo e il secondo tempo:
Curiosa pellicola mi sembra di aver capito caro BlaBla...
RispondiEliminaDa non perdere...
Sereno fine settimana!
Decisamente curiosa, su questo direi che l'accordo sia universale ;)
EliminaBuona domenica anche a te.
la tua recensione mi ispira; lo vedrò?
RispondiEliminaIl rischio di non entrare in sintonia c'è, ma direi che vale la pena di correrlo.
EliminaSai che non ho capito nulla? Non mi ispira tanto, questo Holy Motors...
RispondiElimina42 anche a te, però :) :)
Mi piglio la mia parte di colpa per l'incomprensibilità della spiegazione, anche se Carax ha diritto alla sua fetta di responsabilità.
EliminaGran film, uno dei migliori, a mio parere, della passata stagione. Un viaggio tosto come pochi.
RispondiEliminaAnche a me sembra tra le cose più interessanti del 2012.
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