Niente a che vedere con i Beatles, al punto che la colonna sonora (le musiche originali sono di Johan Söderqvist, e seguono bene l'azione) fa perno su That's amore nella versione di Dean Martin. Curiosamente il titolo originale (Den skaldede frisør), se il mio danese non mi inganna, significa La parrucchiera calva, sembra invece occhieggiare a La cantatrice calva di Ionesco. Ma anche in questo caso, ogni possibile riferimento mi pare privo di riscontro.
Il fatto che la protagonista del racconto sia effettivamente un parrucchiera, e pure danese, stabilisce invece un parallelo con Italiano per principianti di Lone Scherfig. Anche questo film (diretto da Susanne Bier, storia originale scritta dalla medesima ma sceneggiata da Anders Thomas Jensen) mescola temi drammatici a toni più sbarazzini, e fa in modo che il Bel Paese (che tale - nonostante il gran daffare con cui noi cerchiamo di rovinare la nostra immagine - appare ancora ai loro occhi) sia lo stimolo del cambiamento narrato.
Lei (Trine Dyrholm) è appena stata operata per un tumore. Il marito, scombussolato dalla tensione (questa almeno è la sua scusa, così demente che quasi lei ci crede), la tradisce con la contabile. Nel frattempo la loro figlia si sta per sposare con un ragazzetto che ha conosciuto pochi mesi prima. I due piccioncini sono volati a Sorrento (fotografata stile cartolina per turisti, ma in effetti così è vista dai personaggi) e, in attesa della cerimonia, si istallano nella villa del padre di lui (Pierce Brosnan), un inglese che vive in Danimarca ma che ha costruito il suo (piccolo) impero ortofrutticolo proprio partendo dai limoni.
Segue una lunga serie di contrattempi, quella che sembra essere la nuova coppia (Dyrholm - Brosnan) deve affrontare una serie di contrarietà, non ultime quelle generate da loro stessi, prima di trovare (forse) un proprio equilibrio. Svariate scene piuttosto bizzarre punteggiano lo svolgimento. Ad un certo punto, ad esempio, Brosnan si trova ad illustrare alla Dyrholm le relazioni tra maschio e femmina di un insetto che danneggia la sua amata piantagione di limoni. I maschi sono inutili e incapaci (come il marito di lei, vien da pensare), le femmine aggressive e dannose (come la cognata di lui, che lo concupisce da tempo immemore).
Particina per Ciro Petrone.
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