Il titolo originale non è melodrammatico come quello scelto (chissà da chi) per il mercato italiano, ma molto asciutto, come del resto è il film: Double Indemnity. Doppia indennità, che sarebbe poi una clausola assicurativa che raddoppia il premio in caso di morte particolarmente improbabile.
Ottima regia di Billy Wilder, che ha curato la sceneggiatura, assieme a Raymond Chandler, basata sul romanzo breve di James M. Cain che in italiano si intitola La morte paga doppio - più noto per Il postino suona sempre due volte (utilizzato come base anche da Visconti per Ossessione). Con un tal pool di cervelli dietro non ci si può aspettare che un risultato eccellente, e infatti abbiamo a che fare con uno dei prototipi del film noir. La donna fatale (Barbara Stanwyck), l'inghippo orchestrato in combinazione con il ganzo che si crede superastuto (Fred MacMurray), le cose che sembrano andare come previsto, ma poi tutto va a ramengo, anche grazie all'intervento di chi ne sa una più del diavolo (Edward G. Robinson - il migliore dei tre, a mio parere).
Ma non ci si può aspettare da Billy Wilder la mera enunciazione di uno schema classico. Infatti lo sovverte, dicendoci sin dall'inizio che il piano è fallito, e lasciando che sia l'assassino a raccontarci in flash back tutta la vicenda. Ricorda niente? Ma certo, Il viale del tramonto, sempre di Wilder, sei anni dopo, con la vicenda raccontataci addirittura dal morto.
E non è questo il solo aspetto bizzarro della vicenda. I protagonisti sembrano guidati nella vicenda più da una pulsione autodistruttiva che da un vero interesse per quelli che sono normalmente i temi classici del genere (soldi e sesso). I due si vedono, si capiscono, e organizzano la trama che li porterà alla distruzione, ma anche quando sembra che tutto vada per il meglio, entrambi agiscono come se non fossero poi particolarmente interessati ai presunti obiettivi dichiarati.
Addirittura sembra che la vera coppia del film sia quella rappresentata da Robinson e MacMurray, con il primo che vorrebbe che il secondo seguisse le sue orme e dimostra una fiducia in lui evidentemente mal riposta. D'altra parte il secondo dimostra di nutrire per lui una profonda stima, ma di essere trascinato da chissà che verso la propria distruzione.
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