Philomena

All'origine del film c'è il libro-inchiesta del giornalista britannico Martin Sixsmith sulla vicenda di Philomena Lee. Deve essere capitato tra le mani di Steve Coogan, che ne ha tratto una sceneggiatura (scritta assieme a Jeff Pope) ritagliandosi per sé il ruolo di Sixsmith. Non contento, Coogan mette la sua firma anche come produttore. La regia è invece dell'ottimo Stephen Frears.

Storia vera, dunque, ma rielaborata per restare nei tempi cinematografici (i canonici 100 minuti) e offrire ulteriore materiale di riflessione. Non ci si aspetti una aderenza assoluta ai personaggi reali e nemmeno agli accadimenti specifici narrati. Non è un documentario. Vedasi piuttosto il libro (che sull'onda del successo del film è stato pubblicato anche in Italia) se si vuole approfondire la materia.

Philomena ebbe la disgrazia di essere una adolescente nell'Irlanda rurale degli anni cinquanta. Nulla le era stato detto sul sesso, e si trovò ad essere incinta senza sapere nemmeno bene come mai. Il padre di lei risolse il problema abbandonandola in una abbazia. La poveretta venne costretta a lavorare per ripagare il favore ottenuto, ottenendo in cambio la possibilità di vedere il figlio per un'ora al giorno. Almeno fino al giorno in cui, dietro una cospicua donazione, una coppia di ricchi americani se lo pigliò per farlo diventare figlio loro.

Cinquant'anni dopo, Philomena non è più una ragazzina (Judi Dench) ma continua a pensare a quel suo figlio di cui non sa più nulla. Ogni sua richiesta di informazioni viene cortesemente ma recisamente respinta. Caso vuole che incontri un buon giornalista che, per un inghippo politico, è caduto in disgrazia e non ha molto da fare. Quid pro quo (o, come diremmo noi, do ut des), i due trovano un accordo. Martin userà le sue capacità e conoscenze per scoprire cosa sia successo, e in cambio avrà una storia da raccontare.

I due sono diametralmente opposti. E la contrapposizione viene brillantemente usata per alleggerire lo sviluppo dell'azione, grazie anche alla colonna sonora di Alexandre Desplat. Philomena è una anziana campagnola irlandese, bassa cultura, nonostante tutto estremamente religiosa, e, soprattutto, con un gran cuore. Martin è un raffinato britannico che ha studiato nelle migliori università del mondo, nato cattolico ma in bilico tra agnosticismo e ateismo, che punta tutto sulla ragione.

Come ci si può aspettare, alla fine della storia entrambi impareranno qualcosa dall'altro, migliorando entrambi il loro approccio alla vita.

Visione sconsigliata agli estremisti cattolici, a cui potrebbe non far piacere vedere cose che non vogliono nemmeno considerare, e anti-cattolici, che potrebbero non apprezzare la non-demonizzazione della chiesa.

4 commenti:

  1. L'unica uscita al cinema di quest'anno doveva essere per American Hustle, già iniziato quando siamo arrivati, quindi, per non sprecare tempo e benzina, ci siamo fermati per Philomena. Aspettative deluse, quindi, ma Frears ha salvato aì metà la serata, anche se non avrei puntato direttamente a lui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Difficile apprezzare appieno Philomena se si era partiti pensando di vedere American hustle. Generi troppo diversi.

      Elimina
  2. Lo vidi al cinema per curiosità aspettandomi un bel film e uscii dal cinema con la consapevolezza di aver visto un ottimo film. Io lo consiglierei a tutti, anche ad estremisti cattolici, soprattutto se la serata risulta noiosa così nasce una mega-discussione ^_^'

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una discussione prevede la possibilità di cambiare idea. Chi sia aperto a questa possibilità non lo definirei estremista. D'altro canto, mi pare molto noioso ascoltare uno che pontifica rifiutando ogni possibilità di reale discussione.
      Per fortuna il film si sviluppa in un modo completamente diverso, con molta leggerezza nonostante la drammaticità del tema trattato.

      Elimina