Lucile (Michelle Williams) ha sposato un tal Gaston, un personaggio così poco interessante che non lo vedremo mai sullo schermo. Poi è arrivata la seconda guerra mondiale, e lui è partito per il fronte. Poco male per entrambi, visto che si tratta di un matrimonio di interesse che poco piace sia a lui (*) sia a lei, che si è adattata ai voleri paterni. Più che l'assenza di Gaston, a Lucile pesa la presenza della suocera, Madame Angellier (Kristin Scott Thomas), una burbera possidente che ha un sottile piacere perverso ad angariare i mezzadri, e che le rende difficili anche gli svaghi più innocenti, quali suonare il pianoforte.
La guerra va come doveva andare, e una compagnia di tedeschi si accampa proprio nel paesino di Lucile, in attesa di essere spediti su di un altro fronte. Un aitante sottotenente, Bruno von Falk (Matthias Schoenaerts), prende possesso di una stanza della magione degli Angellier, e ci vuole ben poco perché i due piccioncini si mettano a tubare assieme, nonostante tutte le avversità. Che però si fanno sentire in vario modo, impedendo il romantico lieto fine.
La prima parte dello sviluppo m'è parsa troppo lenta, ma lo spettatore paziente avrà modo di rifarsi più avanti. Sempre che apprezzi il genere.
Il film è basato sull'omonimo ciclo di Irène Némirovsky, che avrebbe dovuto comprendere cinque titoli. Purtroppo la Némirovsky, di origine ebraica, finì i suoi giorni Auschwitz, avendo completato solo i primi due romanzi. L'idea era quella di mimare lo sviluppo di una sinfonia, e quello trattato qui è il secondo movimento, il cui titolo è Dolce. Solo pochi anni fa l'opera è stata pubblicata, ottenendo un buon successo, e spingendo a farne una versione per il grande schermo. La regia è stata data a Saul Dibb, che ha anche partecipato alla riduzione del romanzo in sceneggiatura.
(*) Scopriremo che ha una amante e relativo figlio illegittimo.
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