La sfiducia nostrana nella cinematografia francese, che pure è calata negli ultimi anni, fa capolino dal titolo italiano, a cui è stato affiancato quello internazionale inglese, come a voler alludere ad un inesistente riferimento americano, o almeno britannico. Trattasi invece di una commedia romantica molto francese di Pierre Salvadori che, pur non eccellendo, porta a casa il risultato promesso. Dovessi citare un difetto, direi che è scarsamente memorabile. Almeno nel mio caso, visto che ho realizzato di essere alla seconda visione solo dopo svariati minuti.
In realtà, se non fosse per il tono, alcuni sketch, e il finale, la storia sarebbe più da catalogare come dramma che commedia. Si narra infatti di un pover uomo, Jean (Gad Elmaleh), che si innamora a prima vista di bel tocco di fanciulla, Irène (Audrey Tautou), con la quale riesce a passare una bella serata, con conseguente nottata bollente, grazie ad un bizzarro equivoco di lei.
Ella è infatti una, come dire, cacciatrice di dote. Ormai non più giovinetta (la vediamo strapparsi con dispiacere un capello bianco), Irène posa come donna di gran classe per accalappiare facoltosi anzianotti. Ha già preso all'amo la sua preda, Jacques (Vernon Dobtcheff), e Jean sarebbe solo un diversivo di una triste notte a Biarritz. Lui è invece un dipendente di un hotel per ricchi (l'Hôtel du Palais) di quella nota località turistica che non sembra avere alcuna prospettiva degna di nota. L'incontro fortuito accende in lui una scintilla, che però sembra destinata a non portare a niente. Se non fosse che, un anno dopo, Jacques e Irène tornano a Biarritz.
Jean decide di giocare il tutto per tutto, e riesce a fare il bis. Jacques però sgama Irène e la molla. Questa, che pensava Jean fosse pieno di soldi, cerca rifugio in lui, scappandone inorridita quando scopre la verità. Fallito il piano A, sposare Jacques, scartato il piano B, spennare Jean, Irène ricorre al piano C. Si trasferisce in costa azzurra per cercar lì un nuovo pollo.
Ma non ha fatto i conti con Jean, che la raggiunge e cerca di convincerla della bontà dei suoi sentimenti. Inutilmente. Ella cerca il vil denaro. La disperazione di Jean è tale che decide comunque di stare al gioco che, essendo molto bello, dura estremamente poco. Infatti Irène riesce a bruciare tutti i risparmi di Jean in poche ore. A Jean resta ora un solo euro. Che fare? Lo usa per chiedere a Irène ancora dieci secondi, per guardarla ancora un po' negli occhi. Lei accetta, incassa e se ne va.
Seguirebbe la rovina completa di Jean, se non fosse che la stagionata Madeleine (Marie-Christine Adam) lo trova interessante, e fa di lui l'omologo maschile di Irène. Un po' per disperazione, un po' per sfida, un po' per restare vicino a Irène, Jean decide di dare alla sua vita questa brusca svolta, e scopre sorprendentemente di essere portato a questo ruolo. Riuscirà in questo modo a conquistare la sua bella? Fino a pochi minuti dal finale, no. Irène lo prende in simpatia, gli rivela persino di non essere quella implacabile macchina per consumare beni di lusso che sembrerebbe, ma di avere, molto in fondo, una passione per cose semplici e reali, ma finisce per considerare Jean più un collega, un amico, che un possibile amore. E nel controfinale chiede a Jean un favore di quelli che ammazzano. E, fosse stato un dramma, la storia sarebbe finita qui.
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