Hunger games: Il canto della rivolta - Parte 2

E si è arrivati finalmente alla resa dei conti. Quattro film da due ore sono veramente eccessivi, non per un problema di scrittura iniziale (*) quanto delle decisioni della produzione, che hanno appiattito oltremodo la narrazione, lasciando gran parte dei dettagli come esercizio al quale lo spettatore interessato potrà trovare soluzione nell'opera originale. Secondo me, si sarebbe potuto veicolare lo stesso messaggio in colpo solo, due ore di film, la prima dedicata ai due Hunger games (il capitolo iniziale e La ragazza di fuoco), la seconda alla rivolta (questo film e il capitolo precedente). Magari due film, ma non di più.

La guerra tra la Capitol City del presidente Snow (Donald Sutherland) e il tredicesimo distretto della presidente Coin (Julianne Moore) è al culmine. Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) è diventata un simbolo, il Mockingjay (**) del titolo originale, un uccello geneticamente ingegnerizzato che ripete le canzonette che sente, che entrambe le parti usano a loro gusto.

Le cose vanno anche peggio per Katniss sul lato sentimentale. Peeta (Josh Hutcherson) è stato condizionato da Snow per ammazzarla, Gale (Liam Hemsworth) sembra trovare eccessivo piacere nel lato oscuro della forza, utile nella guerra, poco attraente in una relazione romantica.

Per non farci mancare niente, Katniss forza la mano a Coin e decide di partire verso Capitol City per uccidere Snow, viene affiancata da una compagnia in stile Signore degli Anelli che si troverà in situazioni più o meno raccapriccianti fino a giungere all'horror tipo Resident evil, il tutto in uno scenario da Hunger games, visto che la follia di Snow è giunta al punto da trasformare anche la guerra in un gioco.

Finale sottotono, anche per l'improvvisa dipartita di Philip Seymour Hoffman. Il suo personaggio, Plutarch Heavensbee, ha un peso notevole nel decidere il nuovo assetto di Panem, e gli sceneggiatori si sono arrampicati sugli specchi per gestire la situazione. Abbiamo così quella che sarebbe dovuta essere una scena a due chiave nella storia, in cui lui chiariva a Katniss il senso di quello che era accaduto, viene resa con Woody Harrelson, nei panni dell'alcolizzato Haymitch, che legge svogliatamente un biglietto.

(*) Non ho letto i romanzi di Suzanne Collins, ma persona degna di fede (Sgrunt aka Marco il bibliofilo) testimonia a suo vantaggio.
(**) In italiano ghiandaia imitatrice.

2 commenti:

  1. Grazie per avermi citato!
    Ripeto quanto già detto, a proposito della piattezza del film. Mentre nel romanzo erano ben descritti i sentimenti di Katnissa Sagittaria (e i suoi sospetti su Alma Coen), il film tira via. I sentimenti e i sospetti non sono cinematografici, gli scontri fisici e le urla sì

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    1. Dovere. Senza la tua precisazione avrei pensato male del romanzo, anche perché la Collins è parte importante della produzione del film. Secondo me il tuo pessimismo cinematografico è un poco eccessivo. Si riescono anche a fare film young adult con spessore (cito a caso Noi siamo infinito), vero che spesso i produttori si fanno attirare dall'esteriorità, che è più semplice da rappresentare. E, ohimè, più redditizia.

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