Quell'idiota di nostro fratello

Una parte del mio interesse in questo film è data da Jesse Peretz, regista sceneggiatore, ex bassista dei Lemonheads. Curioso riscoprirlo in questo ruolo. Cambiamento di campo riuscito? Abbastanza. Niente di spettacolare, ma si fa guardare, e ha anche qualcosa interessante da dire.

Nella parte dell'idiota del titolo c'è un Paul Rudd versione dude (drugo nella versione italiana), che chiaramente non può reggere minimamente il confronto con Jeff Bridges ne Il grande Lebowski dei Coen, ma naviga nel ruolo con una serenità da vero dude. Ha un eccezionale trio di sorelle (Elizabeth Banks, Zooey Deschanel, Emily Mortimer) che sono lasciate ampiamente sullo sfondo, non male anche il cast al contorno, in cui spicca Steve Coogan nel ruolo di un cognato.

La storia è presto detta, Ned è una brava persona, ma non particolarmente intelligente, vedremo che anche la madre non è un genio, e dunque non deve essere solo colpa di quello che fuma se ha una bassa predisposizione a capire quello che sta accadendo. Il grosso problema è che attira anche persone che lo vogliono fregare, già nella scena iniziale un poliziotto (in divisa!) lo convince a dargli un po' di fumo, e dunque lo arresta per spaccio.

Un po' per tutto il film continua così, evidentemente poco interessato a diventare sospettoso (anche se mi viene il dubbio che non sia solo per bontà d'animo, ma anche per evitare la fatica relativa) subisce una serie di incidenti, anche se nel finale avremo una specie di lieto fine, persino con una possibile svolta romantica nella sua vita.

Il pubblico per cui è stato pensato mi pare sia quello americano di area liberal, e lo scopo è quello di fare una (gentile) satira di quell'ambiente culturale. Viene preso in giro il perbenismo newyorkese politically correct, non risparmiando frecciatine anche a quelle pseudo-religioni new age che vanno tanto di moda da quelle parti.

Nessun commento:

Posta un commento