È un giallo classico, basato su un racconto di Agatha Christie, non saprei quale, visto che non sono un lettore della giallista inglese, che segue la convenzione dell'astuto investigatore (qui Hercule Poirot intepretato da Peter Ustinov) a cui capita un complicato caso che riesce immancabilmente a risolvere, come si risolvono i giochi di società.
Nei gialli più moderni le cose diventano più complesse, e si può arrivare al paradosso del detective Smullo di Davide La Rosa che rimane serialmente implicato in casi che gli si ritorcono contro, ma qui possiamo cullarci nella certezza che nel lotto dei presenti ci sia il colpevole (o i colpevoli), e che Poirot finirà per scoprire la verità e uscire vincitore (e innocente).
Una leggera variazione consiste nel fatto che di morti ce ne sono due, e che per un lungo tratto sembrano fatti indipendenti ma (mi si perdoni il piccolo spoiler) è abbastanza naturale per lo spettatore intuire che la prima morte non sia altro che un indizio per arrivare a trovare il colpevole del caso principale.
La parte centrale è in pratica l'illustrazione del caso, con la presentazione di indizi e indiziati, fino ad arrivare allo spiegone finale in cui ci viene resa chiara la vicenda. Un piccolo brivido viene generato dalla mancanza di prove che sembra sminuire il risultato di Poirot, ma anche a questa impasse verrà brillantemente superata.
Un appassionato del genere potrà apprezzare meglio il film, da parte mia ho finito per interessarmi meno alla vicenda e seguire di più la recitazione del bel cast che, oltre a Ustinov, raccoglie una serie di bravi attori tra cui spiccano James Mason, Maggie Smith e Jane Birkin.
Regia non particolarmente incisiva di Guy Hamilton, più noto per i suoi 007.
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