The master

Eccellente prova attoriale dei due protagonisti, Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman, girato con la consueta perizia da Paul Thomas Anderson (che come al solito fa un ottimo uso della colonna sonora, le parti originali sono di Jonny Greenwood), ma finisce per non essere all'altezza del precedente Il petroliere, con cui ha molto in comune, per una eccessiva cautela nella sceneggiatura.

PT Anderson non è certo un regista che fa dell'esplicitazione la sua bandiera. Ma qui davvero esagera. Il problema pare che sia dovuto all'origine del soggetto, visto che il master del titolo è una figura di cui non si fa fatica a cogliere una certa rassomiglianza con L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology. E dunque sembra che la sceneggiatura sia stata scritta e riscritta per tener buoni gli attivisti di quell'organizzazione.

In realtà il ruolo principale non è quello del master (Hoffman), bensì quello di un tipaccio (Phoenix) che lo incontra fortunosamente, compie un tratto di vita assieme, come adepto, per poi distaccarsene. Una vita complicata. Lo seguiamo dalla fine della guerra nel Pacifico, dove l'abbiamo trovato con notevoli problemi mentali, alcolizzato (ma scopriremo che l'abuso di alcolici aveva già ucciso il padre, probabilmente portato la madre alla follia, e lo accompagnava chissà da quando) e con una capacità tutta sua per mettersi nei guai.

Non si capisce bene cosa cosa ci veda il master veda in quel violento ubriacone, sembra che sia un mistero anche per lui, forse lo capisce solo nel finale, nell'ultimo confronto tra i due.

Se il petroliere voleva solo soldi, il master sembra che abbia una specie di delirio narcisista. Vuole avere attorno solo persone adoranti che gli riconoscano il primato. È dunque attirato da questa specie di rottame umano che sembra quasi il suo opposto, disinteressato com'è al giudizio degli altri, ma che ha una volontà di ferro che non riesce a piegare. L'ubriacone, dal canto suo, apprezza il master, in quanto trova nei suoi bizzarri metodi pseudo curativi un sollievo, per quanto temporaneo al suo male di vivere, e magari ci vede anche una (im)possibile amicizia. Ma c'è qualcosa che valuta di più, la sua libertà, di cui non può fare a meno.

6 commenti:

  1. Purtroppo l'ho perso (distribuzione pessima) e spero di recuperarlo prima degli Oscar!

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    1. A Milano tiene ancora (a fatica). Si potrebbe guadagnare un altro passaggio sugli schermi dopo gli Oscar, se riesce a conquistare qualcosa.

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  2. Joaquin e Philip sono pazzeschi! Il film mi ha lasciato un po' così, poco cuore per me.

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    1. Davvero molto bravi i due protagonisti. Sentimenti ce ne sono, ma sono molto nascosti, sotto strati e strati di corazze che i due si sono costruiti.

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  3. Spero di vederlo nel fine settimana, ma temo che non mi piacerà molto...
    ;)

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    1. Visti i potenti mezzi a disposizione, poteva essere meglio. Ma visto il tema trattato poteva non raggiungere nemmeno la distribuzione. Aspetto di leggere il tuo parere :-)

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