Dark shadows

É uno di quei film che prendono spunto da una serie televisiva, animati in genere dalla speranza della produzione di farne una ancor più succulenta (economicamente parlando) serie cinematografica.

A questo proposito è interessante notare che al centro della scrittura della storia c'è Seth Grahame-Smith, che ha un decennio di esperienza in produzione e scrittura di serie televisive, e che ha scritto anche La leggenda del cacciatore di vampiri, e che sta lavorando come produttore a It (dal romanzo di Stephen King), al seguito di Beetlejuice (di cui ha scritto la sceneggiatura) e di Gremlin.

Da tutto ciò consegue un notevole budget e un cast impressionante. A connotare artisticamente il risultato ci pensano la regia (Tim Burton) e il protagonista (Johnny Depp). Se piace la coppia, piace il film. Altrimenti, conviene lasciare perdere. Siamo dalle parti della dark-comedy con sprazzi gotici, ma tenuti sotto controllo, in modo da ottenere la certificazione senza limiti di età per il cinema.

Nel '700, Barnabas Collins (Depp) molla Angelique Bouchard (Eva Green) per Josette DuPres (Bella Heathcote). Angelique si arrabbia diabolicamente, al punto da dedicarsi alla stregoneria, trasformare il suo amato in un vampiro e ucciderne i genitori e l'amata. Inoltre, gli scatena i villici contro e fa in modo che venga rinchiuso in una bara e sepolto in profondità.

Due secoli dopo, Barnabas riemerge, piombando in un era (gli anni settanta) che gli appare incomprensibile. Scopre inoltre che i Collins, due secoli prima ricchissimi, sono sull'orlo del tracollo, in quanto Angelique (divenuta anch'ella immortale e immutabile) ritiene che la sua vendetta comprenda il tartassare indefinitamente la famiglia del suo ex.

Riprende dunque la relazione amore/odio tra i due ex-amanti, con la complicazione che la amata del vampiro si è misteriosamente reincarnata in una identica ragazzetta.

Dal resto del cast spiccano Michelle Pfeiffer, a capo di Casa Collins, Chloë Grace Moretz, sua figlia, e Helena Bonham Carter, psichiatra di famiglia. Particine per Christopher Lee (vecchio lupo di mare) e Alice Cooper (sé stesso).

La storia è disegnata per far rabbrividire e ridere, e direi che funziona abbastanza bene. A ben vedere, ci sarebbe pure una sorta di messaggio, a cui non darei però troppo peso. A muovere la vicenda sono due fattori, il senso della famiglia e l'amore. I Collins hanno successo quando stanno uniti, e chi sgarra va eliminato (un po' come ne Il padrino di Coppola, mi verrebbe da dire). Angelique interpreta perfettamente questa dinamica e non limita il suo astio al suo amato, ma colpisce (per secoli!) la sua intera famiglia. L'amore è dunque capace di creare un odio inestinguibile, ma pure di far ritornare in vita i morti (nel personaggio di Josette).

Colonna sonora molto anni settanta, tra l'altro usata in modo molto divertente, le musiche originali sono (ovviamente) di Danny Elfman.

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