Come da tradizione (*), Charles Augustus Milverton (David Mogentale), è una persona così brutta che Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) non ha alcuna voglia di intervenire contro chi riesca ad interrompere le sue deprecabili attività, qualunque sia il modo. Il twist in questa versione (**) è che Milverton, prima di uscire ai giochi, aveva creato una complicata rete che avrebbe dovuto cautelarlo da possibi accidenti, che però funziona malissimo. Anzi, per niente. Però riesce a rendere l'investigazione di Holmes e Watson (Lucy Liu) abbastanza intricata da occupare la mezz'oretta canonica. A proposito, il ruolo di Watson è terribilmente appiattito, avendo ben poco da fare se non imparare il lavoro di consulting detective. Spero che Robert Doherty (***) abbia in mente come risolvere l'impasse che lui stesso ha creato.
Il confronto con altre versioni televisive dello stesso racconto è desolante. Nella serie Granada si è riusciti addirittura ad espandere il breve racconto in un episodio doppio (1992) da cento minuti dove si trova il modo di creare una digressione che allarghi la visuale sul rapporto che quello Sherlock Holmes (Jeremy Brett) ha con le donne. La serie BBC corrente rende Milverton (Lars Mikkelsen), sia pur cambiandogli il nome per esigenze di sceneggiatura (°), personaggio di rifimento della terza stagione (2014), di cui il terzo e ultimo episodio, L'ultimo giuramento riporta i temi del racconto originale, ma aggiungendo tanta di quella roba, e con un finale da brividi, da farlo diventare un must see per tutti gli interessati al genere (°°).
Qui, purtroppo, l'intrico che crea Milverton al massimo mi ha fatto pensare "meh". Ma il peggio è la parte extra-indagine, che è dominata dai capricci di Holmes che non vuole essere premiato per un anno di sobrietà (°°°), il che non fa felice né Watson né Alfredo Llamosa (Ato Essandoh), che poi sarebbe l'ex tossico, ex delinquente che lo segue nel precorso riabilitativo. Dopo lunghi e noiosi tira e molla, Holmes spiega il vero motivo per cui non vuole essere premiato, e tutti ritornano amici come e più di prima.
(*) Arthur Conan Doyle, L'avventura di Charles Augustus Milverton (1904), raccolta in Il ritorno di Sherlock Holmes (1905).
(**) Soggetto di Christopher Silber, che ha sceneggiato assieme a Liz Friedman.
(***) Creatore della serie.
(°) Charles Augustus Magnussen. Volendo sottolineare la sua non inglesicità, lo si è fatto diventare scandinavo.
(°°) Però conviene vedersi tutti gli episodi precedenti, per goderselo appieno.
(°°°) Cose da americani, che si inventano premi per tutto. Io solidarizzavo con Sherlock, il premio nel restare sobri per un anno sta nell'esserci riuscito, non nel prendere una medaglietta.
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