Milverton (Robert Hardy) è proprio una brutta persona. Se va ad un ballo il suo sguardo passa in rassegna tutte le donne presenti, ma focalizzato sui gioielli che indossano. La sua professione sarebbe quella del mercante d'arte, in realtà i soldi li fa comprando lettere compromettenti, e chiedendo cifre spropositate a chi di dovere. Un ricattatore, anzi il peggior ricattatore attivo nella Londra di fine ottocento. Da cui il titolo originale di questo episodio speciale (The master blackmailer). La storia non giustificherebbe il raddoppio del tempo, ma Jeremy Paul (sceneggiatura) e Peter Hammond (regia) hanno fatto in modo di usare i cento minuti al meglio, operando una modifica rispetto al racconto, come scritto da Conan Doyle, per affrontare un lato poco sviluppato del carattere sherlockiano, ovvero la sua relazione fisica con le donne.
Sappiamo infatti che Sherlock Holmes (Jeremy Brett) ha sviluppato una passione platonica per Irene Adler, e niente di più tangibile. Succede però che in questo racconto (*) si traversta da idraulico per entrare nella casa di Milverton e studiare da quel punto di vantaggio la situazione. Per acquisire maggiori informazioni, circuisce Agatha (Sophie Thompson - sorella di Emma), arrivando vicino addirittura a fidanzarsi. Nella versione Granada si dà molto spazio a questa sottotrama, modificando anche il finale per mostrare come alla fine Holmes si renda conto di essersi comportato in modo riprovevole.
La puntata è molto ricca anche dal punto di vista musicale. Eliminata la sigla iniziale, il cui tema viene proposto solo molto in avanti, e pesantemente rielaborato (**), largo spazio viene lasciato a musiche d'epoca o classiche, con brani dal Mikado di Gilbert & Sullivan, Debussy, Offenbach, eccetera.
(*) L'avventura di Charles Augustus Milverton, da Il ritorno di Sherlock Holmes
(**) Le musiche originali sono sempre di Patrick Gowers
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