La sceneggiatura di Walter Campbell e Jonathan Glazer (*) ha scarnificato e modificato a tal punto il romanzo omonimo di Michel Faber da rendere praticamente incomprensibile gran parte della vicenda. Credo ci siano dunque un paio di possibilità per poter apprezzare il film. Leggere prima il libro, oppure avere tanta pazienza e attenzione. Anche perché le battute che si scambiano gli attori sono ridotte al minimo.
Una misteriosa organizzazione sguinzaglia un suo elemento, che ha assunto le sembianze di Scarlett Johansson, per le strade della Scozia con lo scopo di adescare uomini solitari, senza solidi legami. Costoro vengono fatti sparire, non si capisce bene perché. A spalleggiare la protagonista c'è un tizio in motocicletta a cui è riservato il lavoro sporco, ripulire le tracce, coprirle le spalle.
Inizialmente Lei vede le sue vittime come esseri inferiori (**) ma poco alla volta alcuni fatti apparentemente secondari la muovono verso un interesse compassionevole. Arriverebbe forse a fare un salto della barricata se non fosse che non è proprio destino.
Ah, beh, c'è anche da dire che i cacciatori sono extraterrestri, ma questo, tutto sommato, è solo un dettaglio. Credo sarebbe stato meglio rendere più chiaro che lo scopo della caccia è quello di procurarsi un tipo di cibo che dalla loro parti è considerato una leccornia. In effetti c'è una scena che mi ha ricordato la produzione di Soylent green in 2022: i sopravvissuti, ma forse non è abbastanza.
Il romanzo aveva un finale a suo modo più riconciliante con l'umanità. Qui la morale mi sembra sia conflittuale, indicando come in fin dei conti ognuno abbia il suo predatore.
Ardua ma interessante la colonna sonora firmata da Mica Levi, nota anche come Micachu.
(*) Di Jonathan Glazer è anche la regia.
(**) Nella scena iniziale vediamo come sia più interessata ad una formica.
Mi ha abbastanza annoiato...
RispondiEliminaReazione comprensibile. La scelta di non far parlare tra loro i "cacciatori" ha il suo senso logico, dato che per noi sarebbero incomprensibili, però non è il massimo dal punto di vista della fluidità dell'azione.
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