Meglio non dar troppo retta al sottotitolo italiano, quello originale è un più sobrio The American president, sì, c'è la storia d'amore, ma le cose sono molto più complicate e l'aspetto politico della vicenda non è per niente secondario. Buona la scelta della produzione di affidare la regia a Rob Reiner, che non fa nessuna fatica a combinare le diverse anime del racconto, aggiungendoci anche una componente favolistica che non ci sta per niente male, ottima la scelta del cast, in particolare Annette Bening è sfavillante. Consiglierei cautela solo allo spettatore che si sente vicino alle posizioni del partito repubblicano americano, che qui non fa una bella figura.
Andrew Shepherd (Michael Douglas) è il corrente presidente degli Stati Uniti, vicino alla scadenza del primo mandato. Da buon democratico vorrebbe presentarsi alle urne con risultati concreti in linea con le aspettative del suo elettorato, preme dunque per l'approvazione di un paio di leggi restrittive, una nei confronti delle emissioni di biossido di carbonio, l'altra per le armi private. I numeri sono tirati, ma con un tira e molla un qualche risultato positivo il suo staff, in cui spiccano A.J. (Martin Sheen) e Lewis (Michael J. Fox), pensa di riuscire a portarlo a casa (*).
Succede però un inghippo. Incappa in Sydney Ellen Wade (Annette Bening), una lobbista di una potente associazione ecologista, e si innamora immediatamente di lei. Pessima idea, i sondaggi vanno immediatamente a picco, anche perché il senatore repubblicano Bob Rumson (Richard Dreyfuss), candidato avverso per le prossime elezioni, lancia una campagna molto sporca e personale contro la anomala coppia presidenziale.
Andrew potrebbe rispondere per le rime ma c'è qualcosa che lo blocca. Il sospetto che viene è che vorrebbe che l'elettorato si dimostrasse maturo e non badasse a pettegolezzi sulla vita privata, e questo non tanto per stima nei confronti dei votanti quanto per esigenza di essere rassicurato. Dopotutto la sua prima elezione è arrivata sull'onda emotiva della morte di sua moglie, e forse vorrebbe bilanciare il conto, presentandosi questa volta in condizione sfavorevole.
Le cose vanno di male in peggio, i sondaggi mostrano quanto poco ci si possa aspettare dall'opinione pubblica, e una azzardata manovra di sottobosco politico sembra portare anche alla rottura tra Andrew e Sydney.
Comunque alla fine tutto andrà per il meglio. O almeno, così possiamo sperare. In fin dei conti è una favola, no?
(*) La sceneggiatura è di Aaron Sorkin, e dimostra un ottimismo eccessivo. Anche oggi il fronte negazionista nei confronti del riscaldamento globale è abbastanza forte da impedire politiche coerenti negli USA in questo campo. E meglio non parlare del peso che continua ad avere la National Rifle Association.
Un Classico del cinema americano degli anni '90.
RispondiEliminaMi capitò di vederlo svariate volte su Canale 5... è passata una vita!
Io invece l'ho visto adesso per la prima volta, con una ventina di anni di ritardo.
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