Molto noto in patria, il titolo originale è Soylent green, meno da noi. E' basato sul romanzo Largo! Largo! (Make room! Make room!) di Harry Harrison, autore fantascientifico normalmente più interessato ad una impostazione più fumettistica (dopotutto è stato anche tra gli sceneggiatori delle strisce di Flash Gordon) e giocosa del genere, colto qui in uno dei più rari casi di visione di un futuro deprimente e apocalittico.
Non che si possano attribuire ad Harrison particolari responsabilità all'inconsequenzialità della sceneggiatura (scritta da Stanley R. Greenberg, nel suo curriculum c'è molta televisione e, a parte questo titolo, c'è poco altro, e persino più pasticciato, relativo al grande schermo) visto che i diritti del romanzo gli sono stati comprati dalla MGM facendogli firmare una clausola capestro che, al fine di non riconoscergli nessuna percentuale sugli incassi, lo ha costretto a non impicciarsi nella realizzazione della pellicola.
Le molte lagnanze di Harrison sul risultato della versione cinematografica (vedasi il suo contributo al libro Omni's screen flights) c'è anche la scelta del titolo originale - di quello italiano fortunatamente non dice niente. Fra l'altro riporta anche la reazione del protagonista (Charlton Heston) quando l'autore gli consegnò una copia del libro originale sul set. L'attore si rivolse al regista (Richard Fleischer) dicendogli qualcosa come "Hey, Dick, perché non usi questo titolo invece di quel merdoso Soylent green?"
C'è da dire che il romanzo, così com'è, non è che si presti facilmente ad una versione su schermo, essendo pensato per avere in primo piano una collezione di eventi tutto sommato poco significativi, mentre quello che interessa davvero dire all'autore viene fatto filtrare sullo sfondo, creando un mondo sovrappopolato all'inverosimile (da cui il titolo) e piagato da una profonda crisi socio-economica.
Non è quindi tanto contestabile la scelta della produzione e dello sceneggiatore di identificare un personaggio principale e farlo diventare il centro dell'azione quanto il massacro della coerenza del racconto, che finisce per diventare un curioso crossover tra generi quali il poliziesco, il catastrofico, il sexploitation, il cospirazionista.
Una cinquantina d'anni nel futuro di quando il film è stato girato, l'umanità è messa molto male. Noi vediamo solo New York ma ci dobbiamo aspettare che tutto il mondo sia nella stessa situazione. Estrema sovrappopolazione e miseria, disoccupazione a tassi altissimi, lo sviluppo sembra essersi fermato agli anni settanta, e quasi tutte le risorse sembrano esaurite, cibo compreso. Il detective Thorn (Heston) si barcamena col suo lavoro, abusando allegramente del suo potere per sbarcare il lunario, in compagnia del suo collega Sol Roth (Edward G. Robinson) che si occupa delle ricerche. Si trova ad indagare sull'omicidio di un riccone (Joseph Cotten) che presenta molti aspetti sospetti, e per questo entra in contatto con la guardia del corpo del morto e, soprattutto, la sua concubina. Il suo capo (Brock Peters) prima gli fa pressioni per risolvere il caso poi (in seguito a pressioni dall'alto) gli dice di chiudere il fascicolo senza fare tante storie. Naturalmente lui si rifiuta e continua il suo sporco lavoro, che lo porterà a scoprire che l'umanità è spacciata (ma, tardo com'è, non lo capisce).
Le parti d'azione sono quasi assopenti, anche a causa alla recitazione di Heston che, come spesso accade, non è che sia particolarmente espressiva. Molto meglio le parti che dovrebbero fare da alleggerimento, e che invece diventano le più coinvolgenti, grazie a Robinson, che era al suo ultimo film, quasi ottantenne, la salute minata da un tumore che se lo sarebbe portato via pochi giorni dopo, ma che era ancora un attore capace di dare molto.
Il lato exploitation del film, oltre alla presenza di leggiadre fanciulle poco vestite (per quanto un film di questo genere potesse permettere), è sottolineato dall'uso di un vocabolario decisamente offensivo. Le concubine sono chiamate "mobilio", Roth viene chiamato "libro", in quanto la sua funzione è quella di leggere documenti per aiutare l'indagine. Uno svilimento delle persone che sono chiamate, e trattate, come oggetti.
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