Effetti collaterali

Si sa che Steven Soderbergh alterna con gran naturalezza film destinati al vasto pubblico (e la serie di Ocean ne è l'esempio più plateale), altri che sembrano fatti apposta per non trovare distribuzione (The girlfriend experience), ad altri ancora che trovano nel mezzo tra questi due estremi. Questo sembra essere stato progettato per stare nella terza categoria, anche se penso che la distribuzione avrebbe potuto puntarci sopra qualcosina di più, invece di mandarlo allo sbaraglio nella stagione peggiore per i film d'autore nel mercato americano (inizio anno).

Il film inizia con la macchina da presa che osserva indolente una città americana dall'alto per avvicinarsi ad un palazzotto, mirare ad una finestra, entrarci e far partire l'azione. Avendo recentemente visto Psycho (nella versione di Gus Van Sant, che però è un remake copia carbone dell'originale) il riferimento ad Alfred Hitchcock non è andato sprecato. E' come se Soderbergh stesse dicendo "Hey, stai attento a quello che stai vedendo, magari non sembra un thriller all'inizio, ma vedrai che si va a parare in quella direzione".

E in effetti, senza quel suggerimento, lo spettatore potrebbe inizialmente pensare che si tratti di un film di denuncia, alla Erin Brockovich, per intedersi. C'è infatti Emily (Rooney Mara), quella che sembra essere la protagonista, che tende alla depressione. Il marito (Channing Tatum) s'è fatto qualche anno di galera per insider trading (ovvero, ha giocato sporco nella finanza, ed è stato beccato) e sta uscendo proprio all'inizio dell'azione. La condizione di Emily peggiora, ed entra in campo quello che sembra un personaggio secondario, il dottor Banks (Jude Law), uno psichiatra inglese trasferitosi in America che vive e lavora a New York. Incontra Emily in ospedale, lei diventa sua paziente e inizia la sua cura che, nonostante Banks sia una brava persona, consulta anche la dottoressa Siebert (Catherine Zeta-Jones) che aveva avuto precedentemente in cura Emily per capire meglio il quadro di insieme, finisce per puntare più sulla chimica che sui reali problemi della paziente.

La cura non va come atteso e iniziano una serie di eventi che è meglio il futuro spettatore non sappia. Accenno solo al fatto che entra in gioco anche il tema caro al cinema del Maestro dell'innocente che finisce in un gioco più grosso di lui, che rischia di esserne stritolato e si salva (se si salva) solo se riuscirà ad attingere ad energie che in lui altri non si aspettavano.

Bella la sceneggiatura di Scott Z. Burns (per la terza volta in accoppiata col regista), un solido thiller come si usavano anni fa ma aggiornato con tematiche correnti (la finanza d'assalto, la banalizzazione dell'uso dei farmaci). A mio parere Steven Soderbergh meriterebbe una nomination agli Oscar per la regia, fotografia o il montaggio. Tutta roba che ha fatto lui, e tutta con gran classe. Ma, appunto, temo che l'uscita a febbraio rende la cosa molto difficile. Tutti bravi nel cast, in particolare Law e Mara, pur essendo costretta dal ruolo ad una certa mancanza di espressione. Bella la colonna sonora Thomas Newman (anche se non paragonabile ai lavori di Bernard Herrman per l'Hitch).

2 commenti:

  1. Io sono una di quelle persone che pensava che si parlasse di depressione e invece cambio di registro, non è un film sulla depressione. E questo cambio mi è piaciuto tantissimo!
    Se posso fare anch'io un confronto abbastanza forzato con Hitchcock, direi anche "Gli uccelli" in cui all'inizio sembra una commedia romantica e poi, cambio di registro, ecco il dramma!

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    1. A me i film hitchcockiani che sono venuti in mente sono Psycho (anche per come esce di scena un personaggio che fino ad un attimo prima pensavamo fosse fondamentale - e ora che ci penso anche per il come il finale ci mostri il "cattivo" sconfitto ma non domo) e Intrigo internazionale (per come nessuno crede all'innocente) ma hai ragione, l'improvviso cambio di registro è una tecnica che Hitchcock ha usato spesso, e Gli uccelli ne sono un ottimo esempio.

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